Migranti "minori" fino a 21 anni. È boom grazie alla legge del Pd

L'accoglienza estesa oltre 18 anni. "Legge Zampa dà tutto il potere ai giudici". Anche contro il parere dei Servizi sociali

Migranti "minori" fino a 21 anni. È boom grazie alla legge del Pd

"Quella legge lì devono averla scritta in qualche spiaggia di Capalbio". Una norma che aumenta le tutele dei migranti minorenni, "senza pensare alle conseguenze negative che produce". Un operatore ben informato definisce così l’intervento legislativo (targato Pd) che ha moltiplicato a dismisura il numero di immigrati la cui minore età viene "prolungata fino a 21 anni". Privilegio non indifferente, che permette ai giovanotti di dormire, mangiare e formarsi a spese dello Stato anche una volta maggiorenni.

Prima del governo Gentiloni, la possibilità di protrarre l’accoglienza di un minorenne esisteva già. In sostanza i piccoli profughi sbarcavano in Italia, entravano nel circuito dell’assistenza (a circa 80/100 euro al giorno) e al compimento del 18esimo anno di età i Servizi sociali, se lo ritenevano opportuno, "potevano chiedere al Tribunale dei minori l'estensione assistenziale a tutela del ragazzo". Tutto cambia, spiega la fonte nei servizi sociali del comune di Firenze, quando il Pd nel 2017 decide di mettere mano alla normativa. La legge Zampa, all’art. 13, prevede che quando un Msna "necessita di un supporto prolungato volto al buon esito di tale percorso finalizzato all’autonomia", allora "il tribunale per i minorenni può disporre, anche su richiesta dei servizi sociali, con decreto motivato, l'affidamento ai servizi sociali, comunque non oltre il compimento del ventunesimo anno di età".

Il problema è che il testo così concepito di fatto affida al Tribunale la decisione, scavalcando il parere dei servizi sociali. "Prima era necessaria una nostra relazione - spiega la fonte - ora invece i giudici hanno tutto il potere decisionale. Noi inviamo la nostra relazione, ma questa non obbliga il Tribunale che può decidere tranquillamente di ignorarla". Gli effetti sono sotto gli occhi di chi se ne occupa. A Firenze, per esempio, è successo che "se una volta avevamo solo in media 3-4 minori all’anno cui veniva richiesto il prolungamento dell’assistenza fino a 21 anni", adesso "abbiamo una quarantina di decreti del Tribunale". Su questi, spiega la fonte, "un 95% dei casi ha avuto parere negativo dell’assistente sociale".

Il Giornale.it è venuto in possesso dei documenti relativi ad alcuni casi, tutti nel Comune di Firenze. Si tratta di tre ragazzi accolti da minori nei centri di accoglienza sul territorio. Jahbal, il nome è di fantasia, è nato a gennaio del 2001 e arriva dal Gambia. Richiedente asilo, dopo lo sbarco nel maggio del 2017 viene inviato in un Cas di Pistoia e poi arriva a Firenze con l'estensione dell’accoglienza. Il problema è che Jahbal "fa uso di marijuana in maniera regolare" e ha pure in corso "due cause penali per spaccio". Era stato beccato nel 2018 (ancora minorenne), poi di nuovo a gennaio 2019 (appena maggiorenne). Senza contare il "procedimento per resistenza a pubblico ufficiale" e le lamentele della struttura per la "difficoltà di gestione del ragazzo che non vuole sostanzialmente fare nulla". Non studia italiano, torna tardi la sera, urla e minaccia gli altri minori. Il Servizio Sociale non aveva richiesto il prolungamento dell’assistenza fino a 21 anni, ma gli è stata concessa. E a luglio 2019 l’assistente sociale è stato costretto a chiedere una "revoca con sospensione delle prestazioni assistenziali". Non si poteva evitare di concederla?

La storia di Raniman, albanese, è simile. Nato nell’agosto del 2000, è ospite a Firenze dal luglio del 2017. A aprile del 2018 viene arrestato perché identificato tra gli autori del brutale pestaggio ai danni di un giovane grossetano, picchiato a sangue fino a fratturargli l'orbita oculare. Direte: appena maggiorenne l’avranno rispedito a casa. E invece no. Nonostante l’assistente sociale abbia messo nero su bianco che "non si ritiene opportuno proporre la prosecuzione delle prestazioni socio assistenziali fino al 21esimo anno di età", Rniaman - spiega la fonte - "l’ha ottenuto".

Infine c’è Arij, pure lui albanese del 2001. Il giorno del suo 18esimo compleanno è stato arrestato perché "fermato a bordo di un’auto rubata". Una volta scarcerato è stato "dimesso dalla struttura dove era stato collocato" ed è stato deciso che non può più rientrarvi. Il fatto è che "sarà accolto fino a 21 anni" nonostante il suo passato tutt’altro che tranquillo. Arij infatti "non ha mai aderito ad alcun programma", "non ha partecipato ad alcun corso di formazione" né ha seguito le lezioni di italiano. L’attitudine a non rispettare le regole è peggiorata "appena venuto a conoscenza del prolungamento stabilito" dal Tribunale dei minori. Perché allora ha ottenuto l’insperata accoglienza?

"Questi ragazzi - spiega la fonte - spesso arrivano a 17 anni. Se iniziano un percorso di formazione di due anni, al compimento dei 18 anni si tende a fargli finire il percorso". Il problema è che ora le autorizzazioni si sono moltiplicare a dismisura.

"La legge Zampa è un obbrobrio - conclude la fonte - Classico approccio buonista. Un disastro: tutelando, tutelando, tutelando alla fine spalanchi dei portoni a chi vuole inserirsi per altre finalità". Pure ai delinquenti.

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