Sono dieci in tutto le condanne inflitte dal tribunale di Milano nei confronti degli individui arrestati a seguito dell'inchiesta denominata "Fake Onlus" perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di truffa nei confronti dello Stato nell'ambito della gestione illecita del business dell'accoglienza dei migranti.
Un'indagine avviata qualche anno fa, in grado di condurre gli uomini della Guardia di Finanza di Lodi a smantellare, lo scorso luglio 2019, una complessa organizzazione che si occupava di gestire il denaro che confluiva nelle casse di ben quattro Onlus (organizzazioni – almeno in teoria – senza scopo di lucro), ovvero 'Volontari senza frontiere', 'Milano Solidale', 'Amici di Madre Teresa' e 'Area solidale', particolarmente attive tra le province di Lodi, di Pavia e di Parma. Tutti nomi in grado di creare una specifica "captatio benevolentiae", ma legati ad associazioni che invece si occupavano di sfruttare la tematica 'immigrazione' per gonfiare le tasche degli individui finiti al centro dell'inchiesta. A determinare le condanne è stato nello specifico il tribunale di Milano, collegio Marchigiani-Blanda-Burza, che ha inflitto pene tra gli 11 ed i 4 anni e 9 mesi.
La condanna più pesante (nello specifico 11 anni di reclusione) è stata richiesta per l'imputata Daniela Giaconi, 69 anni, ritenuta dagli inquirenti il centro della presunta associazione per delinquere che avrebbe gestito la maxi truffa ai danni dello Stato sull'accoglienza dei migranti. Originariamente il pm Gianluca Prisco aveva richiesto per la donna, già presidente del Consorzio Area Solidale, una pena di 13 anni e 6 mesi.
Oltre al presunto leader dell'organizzazione, sono stati condannati a pene tra gli 8 ed i 4 anni e 9 mesi altri nove individui, accusati a vario titolo per associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato ed autoriciclaggio. A tutti e 10 gli imputati sono state riconosciute le attenuanti generiche.
I giudici hanno inoltre disposto una confisca dei profitti del reato (circa 9 milioni di euro) ed il pagamento di una provvisionale di 200mila euro nei confronti del Viminale, costituitosi parte civile nel processo. Per quanto concerne le specifiche motivazioni della sentenza, esse saranno depositate entro i prossimi 90 giorni.
Le Onlus, sulla base delle indagini coordinate dall'allora procuratore aggiunto Ilda Boccasini e dal pm Gianluca Prisco, avrebbero utilizzato falsa documentazione per partecipare a bandi pubblici, riuscendo ad ottenere dal ministero dell'Interno fondi per oltre 7,5 milioni di euro. Denaro che sarebbe dovuto, in teoria, servire per l'accoglienza di centinaia di migranti ma che invece è stato utilizzato in gran parte per scopi personali.
Oltre a ciò, le cosiddette organizzazioni no profit erano legate "a noti pluripregiudicati appartenenti alla 'ndrangheta" e sarebbero state sfruttate anche per consentire a dei carcerati "di accedere ai benefici di legge attraverso l'assunzione presso le predette cooperative" e di ottenere "attraverso il rilascio di documentazione falsa, la concessione della misura alternativa alla detenzione da parte del magistrato di sorveglianza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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