Milano, spari in tribunale: "Ergastolo per Giardiello"

L'immobiliarista rivela: "La pistola fu portata dentro il palazzo di giustizia 3 mesi prima della strage". Si attende la sentenza

Milano, spari in tribunale: "Ergastolo per Giardiello"

Dopo una breve camera di consiglio, è arrivata la sentenza per Claudio Giardiello, l’immobiliarista che, il 9 aprile di un anno fa, a Milano, uccise tre persone con una pistola: l’avvocato Lorenzo Claris Appiani, il magistrato Fernando Ciampi e il suo coimputato, in un processo per bancarotta, Giorgio Erba. Giardiello è stato condannato all'ergastolo. Poco prima della camera di consiglio, Giardiello aveva fornito una nuova versione dei fatti che ha ribaltato il suo impianto difensivo: "La pistola fu portata dentro il palazzo di giustizia tre mesi prima della strage e lì l’ho nascosta", questa la nuova versione fornita dall'immobiliarista. Un vero e proprio colpo di scena al processo con rito abbreviato che ha aggravato la sua posizione perchè indica con chiarezza la premeditazione del gesto, negata dalla sua difesa durante le arringhe.

Inoltre, scagionerebbe uno dei vigilantes all’interno del Tribunale accusato di concorso in omicidio perchè al varco di via San Barnaba non si sarebbe accorto che Giardiello stava entrando con una pistola Beretta. Il pm di Brescia Isabella Samek Lodovici ha chiesto l’ergastolo per Giardiello. Il gup si è ritirato in camera di consiglio per decidere il verdetto. Con le nuove affermazioni di Giardiello il processo si ribalta. "Sono passato regolarmente dal metal detector - aveva messo a verbale Giardiello - mentre la borsa nella quale custodivo la pistola l'ho fatta passare dal Fep, lo strumento preposto al controllo degli effetti personali.

Ho pensato che se avessero individuato l'arma, avrei detto che volevo suicidarmi in tribunale e avrei spiegato il perché di quella intenzione". Adesso dunque emerge un'altra verità: Giardiello aveva già decisio tre mesi prima di quel maledetto 9 aprile di sparare dentro il Tribunale di Milano.

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