Il ministero dell'Accusa

Il generale Roberto Vannacci è indagato per peculato e truffa, gli vengono contestate alcune note spese di quando era addetto militare all'ambasciata italiana a Mosca negli anni 2020-2022

Il ministero dell'Accusa
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Il generale Roberto Vannacci è indagato per peculato e truffa, gli vengono contestate alcune note spese di quando era addetto militare all'ambasciata italiana a Mosca negli anni 2020-2022. I solerti contabili del ministero della Difesa, guidato da Guido Crosetto, ci hanno messo quattro anni a controllare gli scontrini del militare che in carriera ha (...)

(...) compiuto più imprese di Rambo. Il che fa pensare male, nel senso che se Vannacci non avesse messo su il noto pandemonio mediatico scaturito dal libro Il mondo al contrario e annunciato una sua probabile discesa nel campo della politica, dubito che qualcuno si sarebbe preso la briga di andare a contare brioches e cappuccini, ma neppure caviale e champagne, consumati all'ombra del Cremlino. È vero che Vannacci ha provocato e sfidato la gerarchia militare e politica, può essere, come sostiene qualcuno, e per dirla alla De Luca, che sia pure uno stronzo. Ma che il ministero della Difesa venda per vendetta un suo alto ufficiale alla magistratura militare e civile è cosa peggiore di qualsiasi colpa possa avere il generale. Si sono comportati come quelle procure politicizzate che, per fermare il politico sgradito, gli vanno addosso con una accusa infamante, che tanto poi se non è vero il danno è fatto.

E che cosa hanno trovato su Vannacci? Tangenti, stupri, rapine, alto tradimento? No, scontrini sospetti - quando si arriva lì vuole dire che si è davvero alla frutta - con tre anni di ritardo e alla vigilia di elezioni che potrebbero vedere l'ex eroe nazionale in campo. Più che povero Vannacci, direi povero ministero della Difesa, che si è trasformato nel ministero dell'accusa (e dei veleni).

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