A Mirandola si corre ai ripari. Proprio ieri, i carabinieri si erano recati nel municipio della cittadina in provincia di Modona per venire in possesso di alcuni documenti utili ad andare a fondo sulla questione dei nuovi indagati per l’inchiesta “Angeli e Demoni”. Poco dopo, ecco che spuntano nuovi accordi. L’Unione dei Comuni Area Nord cambia le carte in tavola e tenta di pararsi le spalle. Invano.
Qualche settimana fa, avevamo raccontato la storia della minore di Mirandola che, il 3 luglio, era stata affidata alle cure della terapeuta Nadia Bolognini mentre, l’indagata nel caso Bibbiano, si trovava, già da una settimana, agli arresti domiciliari. Dopo l’intervento della Procura di Modena, che ha deciso di provare a vederci chiaro, ecco che arriva una nuova determina che cancella tutti gli accordi, tra la terapeuta e gli affidatari della minore, presi esattamente due mesi fa. Così l’Ucman prova a salvarsi. “Sono state assunte – recita l’atto - decisioni circa la presa in carico sanitaria e psicoterapeutica dell'utente in tutela succitato, che coinvolgeranno direttamente il Servizio Sanitario Pubblico, che si è dichiarato temporaneamente disponibile, al fine di assicurare la prestazione sanitaria, ad attivare un intervento senza oneri di spesa a carico degli enti sottoscrittori del progetto, ovvero la Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza e l’Unione Comuni Modenesi Area Nord, con decorrenza dal prossimo 1°settembre 2019”. La ragazzina è stata affidata alle cure, gratuite, degli psicologi dell’Asl.
La stessa ragazzina per la quale, nel 2017, la casa famiglia Madamadorè che la teneva in affido, aveva ritenuto indispensabili le cure a Bibbiano, presso il centro “La Cura”. Secondo i dirigenti della casa d’accoglienza dunque, la bambina aveva una situazione talmente grave da dover essere curata da spacialisti privati, tramite sedute da 135 euro l’ora. Ora, si potrebbe pensare, che nel giro di due anni la situazione potesse essere cambiata. Ma, ancora una volta, i conti non tornano. Solo a luglio infatti, tramite una dichiarazione congiunta dei Servizi Sociali e dell’Asl, si richiedeva che la paziente potesse continuare ad essere seguita dalla stessa psicologa della "Hansel e Gretel" che l’aveva curata a Bibbiano, dichiarando che, vista la sitauzione, era necessario persino un rafforzamento del costo delle sedute, pari a 170 euro l’ora.
Adesso, tutto d’un tratto, la situazione non è più così grave e la bambina può essere seguita da uno psicologo a costo zero. Perchè non farlo prima? Erano veramente necessari tutti quei soldi spesi in due anni per farla seguire dalla onlus di Foti? Sembrerebbe di no. Ma c’è di più. I Servizi Sociali e la dirigente della Madamadorè erano così preoccupati che la ragazza perdesse il suo supporto terapeutico, dopo lo scoppio del caso degli affidi di Bibbiano, che chiedavano di farla seguire nello studio privato della Bolognini a causa dello stop delle attività de “La Cura”. Adesso, da alcuni documenti, ritracciati dal consigliere di Forza Italia Antonio Platis, si scopre che, da quel giorno, la piccola non ha più partecipato a nessuna seduta. Fino al primo di settembre. Giorno in cui è stata affidata agli psicologi del Servizio Sanitario Pubblico.
A questo punto, le ipotesi sono due e, entrambe, portano ad evidenze raccapriccianti. O la bambina, affidata alla Madamadorè nel 2013, non si trovava in una situazione così grave da doversi sottoporre per anni a sedute presso psicologi privati con costi elevatissimi costretta a spostarsi da Parma a Bibbiano. Nel caso, sarebbe da domandarsi perchè aggravare la situazione per rimpolpare le tasche della onlus di Torino. Oppure, se la piccola avesse veramente avuto bisogno di tale assistenza, come è potuto accadere che la lasciassero per mesi senza le proprie cure? Se così fosse verrebbe messa in dubbio, non solo la professionalità di chi avrebbe dovuto occuparsi di lei, ma persino l’umanità di chi dovrebbe lavorare per salvare i minori dalle difficoltà.
“La cosa ancora più paradossale - ci riferisce, sconcertato, il consigliere Platis - è che, in tutto questo, la bambina rimane affidata alla stessa casa famiglia, nonostante la dirigente sia finita nel registro degli indagati”.
Vengono revocate le terapie alla Bolognini, ma nessuno si preoccupa di revocare l’affido alla Madamadorè. Dopo aver scoperchiato l’ennesima beffa del sistema, Platis non ha dubbi, “o siamo davanti ad incompetenti o c’e’ della malafede”. Difficile non essere d’accordo.
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