Il poverello di Assisi, lo chiamano. Ma sui suoi successori, i francescani dell'Ordine fondato dal Santo, ci sono ombre fatte di soldi, investimenti sbagliati, fondi scomparsi nel nulla. Anche il Vaticano, secondo quanto scrive il Messaggero, avrebbe messo gli occhi sui dissesti economici dei fraticelli.
Quando l'Ordine era guidato da padre Carballo, ora segretario della Congregazione dei Religiosi, i frati si sono abbandonati a speculazioni finanziarie che avrebbero fatto mettere le mani sui capelli a San Francesco. I fatti risalgono a circa 8 anni fa, quando "con spericolate operazioni di investimento" i frati si sono guadagnati l'attenzione del Tribunale di Milano. A truffare i monaci sarebbe stato Leonida Rossi, un broker che si è suicidato nella sua villa a Como. Il faccendiere - precisa il quotidiano romano - era riuscito a "convincere gli economi della Congregazione a investire fiumi di denaro ipotizzando interessi del 13,5 in investimenti di dubbia natura: Dal turismo in Africa, allo sfruttamento di miniere, al traffico di armi".
Una volta scoperto il caso, i frati hanno fatto causa. Ma era troppo tardi. Il broker si è ucciso e il caso è finito in archiviazione. Ora i frati vogliono recuperare i 20 milioni di euro e hanno fatto istanza contro l'archiviazione. La linea difensiva dell'Ordine è semplice: i vertici non sapevano nulla dei movimenti finanziari, affidandosi mani (e piedi) agli economi. Il fatto è che quei 20 milioni sembrano davvero scomparsi nel nulla. Non sono stati trovati in casa del defunto, né nei suoi conti correnti in giro per il mondo.
"l padre superiore, l'americano padre Micael Perry, d'accordo con il Vaticano, - scrive il Messaggero - vorrebbe andare a fondo e capire meglio che
fine ha fatto il tesoretto destinato alle missioni". Secondo Perry ci sarebbero nuovi indizi sufficienti per riaprire il caso e ritrovare quei milioni scomparsi nel nulla. Altrimenti l'Ordine rischia di perderli per sempre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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