Mogliano Veneto, scuola elementare vieta il presepe: scoppia la polemica

La decisione non è stata ancora ufficializzata ma la polemica divampa. La Lega non ci sta e attacca la dirigenza scolastica del “Marco Polo” di Zerman

Mogliano Veneto, scuola elementare vieta il presepe: scoppia la polemica

Nella scuola elementare "Marco Polo" di Zerman, frazione di Mogliano Veneto in provincia di Treviso, le insegnanti hanno deciso che in occasione delle ormai imminenti festività di Natale non sarà costruito il presepe.

Come riporta Il Gazzettino, la dirigente scolastica avrebbe deciso di non allestire il presepe in forma di rispetto degli studenti di altre religioni. Una prospettiva, questa, per ora solo circolata in alcune chat e per la quale non è stato fatto nessun annuncio ufficiale. La notizia ha già provocato un mare di polemiche.

"È davvero assurdo, andrò di persona a visitare questa scuola”, ha tuonato il leader della Lega Matteo Salvini. Che poi ha postato il suo pensiero su Facebook: "Viste le recite scolastiche cancellate, i canti negati, i presepi smontati, i Gesù Bambino temuti, non è banale: difendiamo il Natale, le nostre radici, le nostre tradizioni, la nostra civiltà!".

Durissimo il commento della trevigiana Silvia Rizzotto, capogruppo per la Lista Zaia in Regione, che sottolinea come ogni anno in questo periodo si verifica sempre la stessa storia con“qualche fenomeno che decide di togliere alberi di Natale e presepi dalle scuole, vietare le recite scolastiche a tema, in nome della sensibilità e di un finto perbenismo che fanno comodo solo alla sinistra ed ai radical chic che non sanno più cos'altro inventarsi per passare le 24 ore delle loro tristi e vuote giornate”.

Così facendo, ha dichiarato la consigliera, “perdiamo per strada pezzi imprescindibili delle nostre radici, della nostra storia e della nostra tradizione. Le scuole dovrebbero insegnare e raccontare a tutti, tutte le tradizioni culturali di ogni Paese, invece di cancellarle con un colpo di spugna quasi fossero una macchia di cui vergognarsi”.

La Rizzotto afferma che il presepe è “un simbolo di pace ed unità universale, che affonda le sue radici nella nostra storia e nella memoria di tutta la società italiana. E, visto che qui siamo in Italia e, visto che le famiglie che emigrano verso il nostro Paese sanno bene che stanno lasciando la loro terra per la nostra, vanno illustrate loro le nostre usanze”. L’integrazione, quindi, dovrebbe passare anche attraverso la conoscenza di simboli come ilpresepe, con la scuola che ha il compito di insegnarne il significato.

Dello stesso avviso il deputato veneziano della Lega Alex Bazzato che invita gli insegnati che non vogliono trasmettere agli alunni i valori della nostra tradizione a cambiare lavoro. “Nascondere le nostre tradizioni e le origini cristiane, come intendono fare nella scuola Marco Polo di Zerman, per una presunta apertura è sinonimo di cattiva educazione e formazione. Noi intendiamo affidare i nostri figli ad educatori capaci e non a chi offende la nostra religione".

La vicenda è venuta

alla luce e le polemiche sicuramente continueranno. Sarebbe interessante sapere dalla dirigenza scolastica se nel periodo tra Natale e l'Epifania l'istituto sarà chiuso o gli insegnati si recheranno al lavoro normalmente.

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