Le lunghissime code di questi giorni davanti a farmacie e drive in testimoniano il senso civico della maggior parte degli italiani verso se stessi e gli altri: la corsa al tampone è fondamentale sempre ma ancor più durante le festività. Vediamo adesso quale tipologie di tamponi anti-Covid esistono, dove si possono fare e quali sono i più affidabili.
Test molecolare
Il più affidabile di tutti, quello con il margine più basso di errore è senz'altro il tampone molecolare. Per intenderci, è il più fastidioso perché si prelevano due campioni, nel naso e in gola, per poi essere esaminati attraverso il metodo RT-PCR ed ha come bersaglio l'Rna del virus. "Questo test ha un altissimo grado di sensibilità e specificità, ossia ha un’elevata capacità di identificare gli individui positivi al virus in modo che ci sia il minor numero possibile di falsi positivi e una altrettanto elevata capacità di identificare correttamente coloro che non hanno la malattia", si legge sulla guida dell'Istituto Superiore di Sanità. L’esito di questo tampone si ottiene mediamente in tre-sei ore e dovrebbe essere la prima scelta in nel caso in cui si sospettano già i primi sintomi, se si è stati a stretto contatto con un positivo, negli screening degli operatori sanitari, nei soggetti a contatto con persone fragili o per l’ingresso in comunità chiuse o ospedali. Generalmente, se si vuole fare un tampone molecolare bisogna recarsi in un laboratorio di analisi oppure ai drive in delle Asl. Ci si può recare anche in ospedale o in strutture private con personale specializzato.
Tamponi antigenici (o rapidi)
Un tampone antigenico, anche conosciuto come rapido, ricerca nel muco nasale o nella parte profonda della bocca (faringe) la presenza delle proteine virali del Sars-Cov-2. A differenza del Tampone nasofaringeo molecolare, che ricerca l’Rna del virus e necessita di maggior tempo per essere processato, il suo risultato è veloce tant'è che si conosce l'esito già dopo 15-30 minuti. Purtroppo, però, la loro affidabilità non è del 100% ma si possono avere falsi negativi "tra il 10 e il 25%, a seconda che venga effettuato da una persona esperta, per esempio in farmacia, o meno" — afferma al Corriere Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione microbiologi clinici italiani e della Federazione italiana società scientifiche di laboratorio. Ciò significa anche che i tamponi rapidi "fai da te", possono dare risultati errati in un caso su quattro "Ciò avviene perché non è facile effettuare da soli in modo corretto il prelievo naso orofaringeo che, come sappiamo, deve provocare un po’ di fastidio".
Adesso, però, i rapidi di ultima generazione si effettuano con "immunofluorescenza con lettura in microfluidica" e sembrano avere risultati quasi simili ai molecolari se eseguiti nel modo corretto. I tamponi rapidi si effettuano soprattutto nelle farmacie (come abbiamo visto in questi giorni) ma è possibile richiederli anche nelle stesse strutture abilitate ai molecolari. Come scrive l'Iss, però, "il test antigenico rapido necessita di conferma mediante test molecolare": in pratica, se si è positivi al rapido, è necessario effettuare anche un molecolare per la conferma o meno.
I test salivari
Infine, sono presenti sul mercato anche i test salivari ma non sono raccomandati perché non raggiungono "i livelli minimi accettabili di sensibilità (capacità di individuare i positivi, cioè i malati) e specificità (capacità di individuare i negativi)". Ecco perché sono esclusi dai test europei validi per ottenere il green pass. "La qualità del campione di saliva è soggetta a molte variabili, per esempio il tempo trascorso dall’assunzione di cibo o bevande e il modo in cui si è tenuto in bocca il tampone — afferma Clerici — in generale i test di questo tipo offrono meno garanzie rispetto a quelli che analizzano un campione naso orofaringeo".
Quando bisogna fare un tampone
Fatta questa panoramica, nonostante la doppia o tripla vaccinazione, ci sono tre casi in cui è necessario ricorrere all'aiuto di un tampone per vedere se si è positivi alla malattia: il contatto stretto con un soggetto positivo; la presenza di sintomi che facciano pensare che si possa aver contratto il Covid; la prevenzione, ossia quando si incontrano persone fragili quali immunodepressi, pazienti oncologici, trapiantati ma anche semplicemente per avere una certezza in più e non mettere a rischio le persone che ci circondano.
Ormai sappiamo che anche i vaccinati con due o tre dosi possono infettarsi ma infinitamente meno dei no vax; possono contagiare, sì, ma in misura ancora minore grazie agli anticorpi del vaccino e sono protetti al 95% circa dalla malattia grave.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.