Qualche anno fa qualcuno ha incominciato a parlare del declino americano. Il tema è stato ripreso recentemente, quando la Cina ha annunciato di aver superato il Pil americano e lanciato la Via della seta. Ma se anziché guardare solo l'aspetto economico si guarda il ruolo globale nella storia del mondo oggi svolto da Usa e Cina, ci si accorge che gli Usa, già superiori nel passato, sono diventati dominanti sul piano culturale. Se l'inglese era la lingua dei commerci, oggi è diventata la lingua della digitalizzazione. E diventerà la lingua dominante ed esclusiva in tutti i Paesi del mondo come lo è stato il latino nei due millenni passati. Nel campo culturale le super-imprese digitali Apple, Microsoft, Google, Facebook, Twitter, Amazon conducono ancora il gioco innovativo e di trascinamento. Ma soffermiamoci un attimo sul cinema. C'è stata un'immensa produzione cinematografica cinese ed indiana. Pensiamo a Bollywood. Questa cinematografia, però, non ha superato i confini culturali di questi Paesi. Vende moltissimo, ma non in tutto il mondo, come invece faceva Hollywood. Viceversa, proprio le super-imprese di cui abbiamo parlato sono entrate in questo settore. Comprano prodotti da tutti i Paesi del mondo ed altri li producono localmente con case di produzione proprie o controllate. Poi li distribuiscono nei Paesi dove sono richiesti. I prodotti che offrono sono diversissimi e si rivolgono ad ogni ambiente con ciò che interessa. Sono tutti prodotti o tradotti in inglese e offerti nelle lingue dei potenziali compratori.
Questo primato culturale Usa non è il prodotto di un miglioramento tecnico, ma di una mentalità universalizzante propria dell'Occidente. Questa operazione di conquista culturale l'ha fatta con la sua pittura, la sua musica, la sua architettura. Ora la fa inserendosi nei modelli relazionali ed etici più delicati ed elevati.
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