È allarme peste bubbonica in Mongolia dopo la morte di due persone il primo maggio scorso. Si tratta di una coppia, lui aveva 38 anni, lei 37 ed aspettavano un bambino. Pare che i due, appartenenti alla locale minoranza kazaka, abbiano contratto il batterio dopo aver cacciato marmotte e averne consumato le carni e le interiora crude, secondo una pratica tradizionale ritenuta salutare nel loro paese. È accaduto nella provincia del Bayan-Ölgij, all'estremo occidentale della Mongolia, vicino al confine con la Russia e la Cina.
Oggi la peste bubbonica è curabile con degli antibiotici, se presa in tempo. Ma se non adeguatamente trattata può portare alla morte in pochi giorni, come in quest'ultimo caso.
In Mongolia, dove diverse comunità di allevatori sono ancora dedite al nomadismo, le autorità hanno deciso di proclamare una quarantena regionale di sei giorni, revocata questa settimana. Al momento non si hanno notizie di ulteriori contagi.
Non solo. Decine di turisti sono attualmente bloccati in Mongolia dopo le misure di quarantena prese dalle autorità locali. Il dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha dichiarato che, secondo le informazioni in suo possesso, la salute dei turisti non è in pericolo e che dovrebbero poter lasciare prossimamente la regione in cui sono trattenuti. Secondo quanto dichiarato dal portavoce del DFAE Pierre-Alain Eltschinger all'agenzia di stampa svizzera Keystone-ATS, la rappresentazione svizzera nella capitale mongola Ulan Bator è in contatto con loro e con le autorità locali.
Secondo il giornale on line "Siberian Times" sono in tutto 158
le persone che sono entrate in contatto diretto o indiretto con la coppia. Sono tutte sotto supervisione. Tra loro ci sono i turisti. Oltre agli svizzeri ci sono americani, russi, tedeschi, olandesi, svedesi e sudcoreani.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.