Morte David Hamilton, una modella confessa: "Prima ci fotografava e poi ci stuprava"

Il fotografo David Hamilton si è suicidato alla fine di novembre 2016, ora venti modelle lo accusano di violenza sessuale: "Non dimenticherò mai quell'odore di sangue, sudore, vomito"

Morte David Hamilton, una modella confessa: "Prima ci fotografava e poi ci stuprava"

A fine novembre il fotografo David Hamilton si è tolto la vita, ora venti modelle che sono state le sue muse raccontano di essere state vittime di abusi sessuali.

David Hamilton era diventato famoso per le foto scattate a giovani ragazze seminude. Aveva costruito la sua carriera, a partire dagli anni Settanta, proprio su quelle foto al limite fra arte e pornografia. Ma ora proprio quelle muse dai fisici acerbi confessano di aver subito violenze proprio dal loro fotografo di fiducia.

Tutto è iniziato con un libro, scritto da Flavie Flament, oggi 42enne, giornalista. Nell’autobiografia la donna parla degli abusi subiti quando aveva 13 anni. In copertina c’è lei, da bambina. Nel suo libro non fa esplicito riferimento ad Hamilton, ma lui stesso, pochi giorni dopo l’uscita del volume, e dopo aver annunciato che avrebbe citato in giudizio per diffamazione la donna, si è tolto la vita.

"Prima ci fotografava poi ci stuprava - spiega -. Ci rubava la vita e guadagnava con la nostra faccia e i corpi di noi bambine violentate. È la più grande rabbia della mia vita, quel segreto che ho tenuto sepolto per trent’anni nel mio cuore, all’improvviso è uscito fuori. Quell’uomo riusciva ad avere una tale autorità fisica e psicologica che sapevamo che se avessimo raccontato non saremmo state ascoltate". Flavie parla a nome suo e di tutte le altre donne che si sono aggiunte alla lunga lista. Una ventina in tutto.

"Avevamo un appartamento a Cap d’AdgeParis Match dove ero in vacanza con mia madre - continua Flavie -. Si avvicinò a noi e mia madre era lusingata che un famoso fotografo si interessasse a sua figlia. L’incubo è iniziato lì. Quando mia madre la accompagnò a casa di Hamilton lui aprì la porta completamente nudo. Mia mamma gli ha solo chiesto a che ora dovesse venirmi a prendere. Io ero scioccata, pietrificata. Sentivo che c’era qualcosa che non andava".

Come scrive il Corriere della Sera, nel libro, l'autrice scava in quel dolore, nel racconto di quelle violenze: "Tutto si mescola nei ricordi.

Quando mi mise sotto la doccia per violentarmi. Le sue mani, e poi il sangue, lo sporco, il vomito, la puzza del suo profumo a buon mercato, il sudore. Il mio libro è dedicato a tutti i bambini ridotti al silenzio".

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