È stata fissata per il prossimo 6 aprile, davanti al giudice monocratico della Capitale la prima udienza per Mustafa Minte Lamin, il 32enne di origini gambiane accusato di aver fornito l'eroina, risultata poi letale, all'attore Libero De Rienzo. Il gup di Roma ha così rimandato a giudizio l'uomo che ad aprile dovrà difendersi da diverse accuse tra cui, "morte per conseguenza di altro reato". Accusa mossa perché i magistrati avrebbero trovato il "nesso causale" tra la morte di De Rienzo e la droga ceduta.
Le indagini portate avanti in tutti questi mesi e soprattutto l'esame tossicologico hanno "raccontato" cosa sarebbe successo all'attore il 15 luglio scorso nell'appartamento in via Madonna del Riposo, in zona Aurelio. Quel giorno i carabinieri intervenuti nell'appartamento di De Rienzo rilevarono 0,24 grammi di eroina. Il pusher, identificato pochi giorni dopo, inizialmente era stato accusato di "detenzione e cessione di stupefacenti". Solo successivamente la sua posizione si aggravò
Molte le chat compromettenti trovate nel suo telefono e diverse le testimonianze che hanno permesso al procuratore Francesco Minisci di ricostruire un giro di spaccio molto ampio, confermando la cessione di eroina all'attore e ad almeno altre cinque persone.
A lanciare l'allarme, lo scorso luglio, fu la moglie di De Rienzo, preoccupata per il silenzio del marito che non rispondeva alle sue telefonate. La donna chiese poi ad un amico di cercarlo.
Avendo le chiavi dell'appartamento l'uomo non appena aprì la porta trovò De Rienzo disteso a terra e privo di sensi. Inutile l'intervento dei soccorsi, che si limitarono a constatare il decesso. Secondo le analisi tossicologiche disposte dalla Procura subito dopo, l'attore morì per un'intossicazione acuta da eroina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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