"Nessun rispetto". Rabbia della madre di Luana D'Orazio dopo la sentenza

Il giudice del tribunale di Prato ha accolto la richiesta di patteggiamento dei proprietari in cui morì l'operaia ventiduenne Luana D'Orazio: due anni alla titolare e un anno e sei mesi al marito, oltre ad un indennizzo di oltre un milione di euro. La madre della vittima:"Mi aspettavo più rispetto, per stoppare le morti sul lavoro"

Emma Marrazzo, madre di Luana D'Orazio
Emma Marrazzo, madre di Luana D'Orazio

Due anni di reclusione alla titolare della fabbrica tessile nella quale la ragazza aveva trovato lavoro, un anno e sei mesi al marito che di quella ditta era di fatto considerato il vero responsabile. Queste le pene comminate oggi rispettivamente a Luana Coppini e Daniele Faggi dal giudice Francesca Scarlatti presso il tribunale di Prato (in Toscana) per la morte di Luana D'Orazio. Com'è noto la giovane operaia che viveva ad Agliana (una cittadina della vicina provincia di Pistoia, in Toscana) morì il 3 maggio del 2021 a soli ventidue anni, schiacciata in un macchinario dell'impresa "Orditura Luana" di Montemurlo (una realtà comunale della provincia pratese) nella quale lavorava, lasciando un figlio di sei anni. Lo stesso mezzo al quale secondo l’accusa erano state disattivate le protezioni antinfortunistiche.

La sanzione pecuniaria

Già nel corso dell'udienza preliminare dello scorso mese, i due coniugi avevano esternato tramite il legale Barbara Mercuri l'intenzione di patteggiare, motivando la decisione dei propri assistiti con la volontà di chiudere una pagina dolorosa per tutte le parti coinvolte. Avevano poi fatto pervenire alla famiglia D'Orazio (tramite l'assicurazione dell'azienda che dirigevano) una proposta risarcitoria da un milione di euro. La proposta di patteggiamento è stata concordata con la procura in mattinata, che aveva posto come condizione l'effettivo pagamento del risarcimento. E il magistrato ha accolto la richiesta, comminando due anni di reclusione a Coppini e un anno e sei mesi a Faggi, considerando però che entrambe le pene prevedono la sospensione condizionale. Nel patteggiamento rientra anche una sanzione pecuniaria da 10.300 euro a carico dell'azienda.

Durante l'udienza è stata discussa anche la posizione del terzo imputato, ovvero Mario Cusimano: il tecnico manutentore che si occupava di verificare l'efficienza dell'orditoio in questione aveva deciso già qualche settimana fa di scegliere il rito ordinario e adesso andrà a processo. Esattamente come la società dell'orditura, che sarà processata in qualità di persona giuridica. Il primo atto dell'iter giudiziario è quindi andato in archivio. Ma Emma Marrazzo, madre di Luana D'Orazio, non ha nascosto all'uscita dall'aula la delusione per il pronunciamento. "Andremo avanti per la nostra strada.

Mi dicevano tutti che tanto nel mondo del lavoro non sarebbe cambia niente, cosa vuoi cambiare? - le sue parole, riportate dal quotidiano La Nazione - forse avevano ragione: mi aspettavo un pò più di rispetto, qualcosa in più. Ho sempre detto no alla vendetta, volevo stoppare le morti sul lavoro ma ne avvengono ancora tante. Penso che le persone potranno commentare questa sentenza, non sarò io a farlo"

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