Mose, arrestato Marco Milanese

L'ex parlamentare del Pdl è stato arrestato per corruzione. Sequestrati beni per 500mila euro

Mose, arrestato Marco Milanese

A un mese esatto dall'inizio dello scandalo del Mose, a Roma sono scattate le manette per Marco Milanese, già consulente dell’ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti e coinvolto in altre vicende giudiziarie. L'accusa mossa nei suoi confronti è corruzione: è stato arrestato su provvedimento del gip Alberto Scaramuzza. L’arresto fa riferimento all’ordinanza che lo stesso Gip aveva emesso il 4 luglio scorso e che aveva portato, tra carcere e domiciliari, all’arresto di 35 persone per vari reati legati alla realizzazione del Mose, le barriere per difendere Venezia dalle acque alte eccezionali. Milanese sarà trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.

A Milanese sono stati sequestrati beni per 500mila euro, il corrispettivo della presunta dazione ricevuta dagli ex vertici del Cvn (Consorzio Venezia Nuova). Secondo gli inquirenti il denaro gli sarebbe stato consegnato tra l’aprile e il giugno del 2010, al fine di accedere ai finanziamenti del Cipe per realizzare parte del Mose. Il Cvn avrebbe pagato Milanese attraverso Roberto Meneguzzo, patron della vicentina Palladio finanziaria. La dazione sarebbe avvenuta a Milano e per questo gli atti relativi a Meneguzzo sono stati trasferiti dal Tribunale del Riesame di Venezia in Lombardia per competenza territoriale.

In particolare, secondo la prima ordinanza emessa dal gip di Venezia, Milanese, quale consigliere politico di Tremonti (all’epoca ministro dell’Economia e componente delle Commissioni Tesoro e Finanze), avrebbe dovuto influire sulla concessione dei finanziamenti del Mose e in particolare nel far inserire tra gli stanziamenti inclusi nella delibera del Cipe 31 del 2010 e nei decreti collegati anche la somma, relativa ai lavori gestiti dal Consorzio Venezia Nuova e inizialmente esclusa dal ministero, di 500mila euro "che - scrivono i giudici - veniva consegnata personalmente dal presidente del Consorzio Giovanni Mazzacurati".

Cinquantacinque anni, già ufficiale della Guardia di Finanza, in piena Tangentopoli collabora con il pm Di Pietro e il pool di Milano che indagava su Mani pulite. Nel 2001 viene nominato addetto del Ministero dell'Economia e delle Finanze guidato da Tremonti per poi diventare, l'anno seguente, consigliere politico delegato alle nomine negli enti pubblici dello stesso Tremonti (incarico mantenuto fino al 2006 e poi ricoperto di nuovo dal 2008 con Tremonti ministro).

Nel 2004 si congeda dalla Guardia di Finanza. Nel giro di pochi anni diventa avvocato e in seguito docente di diritto tributario alla Scuola superiore dell'economia e delle finanze. Viene eletto alla Camera dei deputati nel 2008.

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