La mossa finale per i vaccini: quando salta il limite d’età

Il generale Figliuolo ha definito giugno “il mese della spallata”. Si parte con i 40enni ma è bassa la percentuale di cinquantenni e i sessantenni vaccinati

La mossa finale per i vaccini: quando salta il limite d’età

Per i vaccini, Giugno potrebbe essere“il mese della spallata” come lo ha definito il generale Francesco Figliuolo, commissario per l’emergenza. Non ci saranno più le categorie e tutti si potranno indistintamente prenotare per fare il vaccino anti-Covid. Dal prossimo lunedì intanto si aprono le prenotazioni per gli over 40, con il termine quindi delle priorità. A giugno, quando arriveranno 25 milioni di dosi, tutti si potranno vaccinare, anche nei luoghi di lavoro. Non tutte le regioni sarebbero però pronte a partire con le inoculazioni ai soggetti appartenenti alla fascia di età tra i 40 e i 49 anni. Considerando anche che è ancora bassa la percentuale dei vaccinati tra cinquantenni e i sessantenni.

Percentuale bassa tra i 60enni

I sessantenni si sono vaccinati poco. Fino a ieri solo il 52,3% ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino. Come riportato da Repubblica, ancora peggio la situazione dei cinquantenni che è al 24,9%. I soggetti appartenenti a questa fascia di età che devono ricevere almeno una dose sono 7,5 milioni, oltre ai 3,5 milioni di 60enni che ancora mancano all’appello. Meglio gli over 70, dove il 74,8% ha ricevuto la prima inoculazione. In alcune Regioni però anche per loro le prenotazioni sono molto poche. In certi casi è stato chiesto ai medici di base di aiutare a raggiungere chi ancora non si è prenotato, perché contrario, perché solo un po’ scettico o con poca dimistichezza con il computer. Diverse Regioni, come Lazio, Veneto e Lombardia, avevano già iniziato a programmare l’inizio delle vaccinazioni ai 40enni da lunedì prossimo, e questo è stato il motivo per cui Figliuolo ha deciso di dare il via libera a livello nazionale. Altre invece si sarebbero lamentate di avere poche dosi a disposizione e problemi di vario genere che non darebbero la possibilità di iniziare dal 17 maggio con gli anni che vanno dal 1972 al 1981. La maggioranza ha però deciso di adeguarsi. Intanto ci si può prenotare, in seguito verrà fatto il vaccino.

Il no del Cts per AstraZeneca

Il Comitato tecnico scientifico ha deciso di non dare l’ok alla somministrazione del vaccino AstraZeneca anche ai 50enni, ma solo per gli over 60. Il ministero della Salute starebbe quindi pensando di fare come in Germania, dove questo vaccino viene comunque offerto a quarantenni e cinquantenni, e sta poi alla persona se accettare o no. La Regione Lazio ha reso noto che tutti i posti disponibili per gli open day di sabato e domenica nei capoluoghi di provincia sono stati prenotati. Il generale Figliuolo ha spiegato ieri che sarà possibile dare più dosi di AstraZeneca alle Regioni che ne somministrano in gran quantità, togliendole alle altre. Ha però tenuto a specificarte che gli spostamenti andranno poi riequilibrati: “Il principio è: una testa, un vaccino”.

Quando si potrà vaccinare in azienda

In alcune grandi città da giugno sarà probabilmente possibile vaccinarsi sul luogo di lavoro, sia per quanto riguarda le grandi aziende, che per i piccoli imprenditori come parrucchieri e ristoratori. Questi ultimi dovranno essere supportati dalle loro associazioni di categoria. In questo modo verrà alleggerito il lavoro delle Asl.

Intanto l’Inail, le Regioni e l’Iss si stanno occupando di terminare gli elenchi delle categorie prioritarie di attività i cui lavoratori sono considerati a rischio. Come per esempio i trasporti e la logistica, il commercio al dettaglio, il settore alimentare, oltre a coloro che lavorano nei bar, nei ristoranti e nei servizi alla persona.

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