Muore dopo 6 mesi di coma per rara malattia, figlia denuncia errata diagnosi

Era stata dimessa come se avesse avuto un mal di pancia, ma dopo qualche giorno sta di nuovo male, entra in coma e muore sei mesi dopo

Muore dopo 6 mesi di coma per rara malattia, figlia denuncia errata diagnosi

Entra in ospedale con forti dolori al basso ventre; viene dimessa come se avesse avuto un semplice mal di pancia, ma dopo qualche giorno sta di nuovo male, entra in coma e muore sei mesi dopo. Oggi i famigliari della vittima, una donna di 66 anni, G.R., residente a Ospedaletti, in provincia di Imperia, chiedono giustizia.

Nel mirino, infatti, ci sono due medici del pronto soccorso di Sanremo, che secondo la figlia avrebbero sbagliato diagnosi o che comunque non si sarebbero resi conto della gravità della donna, alla quale è stata successivamente diagnostica la sindrome di Moschowitz, una rara forma di anemia, che si manifesta con sintomi anche neurologici, che si accompagnano ad alterazioni fluttuanti dello stato di coscienza, febbre e deficit della funzione renale.

La vicenda ha inizio il 2 dicembre del 2027, quando G.R. si reca al pronto soccorso. Sono le 11.15, tra un’attesa e l’altra uscirà alle 17.32, con l’invito di seguire una alimentazione sana ed equilibrata, bere due litri di acqua al giorno ed effettuare un clistere.

A quanto pare, tuttavia, i medici non considerano una grave forma di “piastrinopenia” (mancanza di piastrine) che emerge dagli esami del sangue.

Passano pochi giorni. Nel frattempo la sessantaseienne sta ancora male, è confusa ed ha anche delle ricadute neurologiche. Il 6 dicembre viene contattato il 118 e il medico ne dispone un immediato ricovero in ospedale.

Le sue condizioni si aggravano e nel giro di un giorno: dal pronto soccorso di Bordighera, passa alla Medicina Interna di Sanremo, per poi essere trasferita a Imperia. I medici questa volta si accorgono che dai sintomi mostrati, la donna potrebbe soffrire di questa rara quanto famigerata sindrome, in grado di uccidere in maniera fulminante se non viene presa in tempo. Inizia la terapia, ma ormai non c’è più nulla da fare.

La paziente entra in un coma dal quale non si risveglierà mai più.

Muore il 25 giugno, ma nel frattempo i famigliari presentano una richiesta di risarcimento del danno ed ora, tramite i propri legali, chiedono che sia fatta luce sulla vicenda ed eventualmente anche giustizia, se dovesse emergere qualche negligenza. Il direttore dell’Asl 1 Imperiese, Marco Damonte Prioli, venuto a conoscenza della vicenda, dichiara: “Dalla ricostruzione dei fatti, le procedure sono state eseguite correttamente”.

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