Muore in attesa della data fissata al Policlinico di Catania per il controllo sulla sua malattia e in una lettera pubblicata su Facebook esplode la rabbia e la delusione della figlia verso il sistema sanitario siciliano. Una lettera- denuncia dove Alessia Scarso, originaria di Modica, racconta la drammatica vicenda vissuta dal padre Carmelo il quale, per una grave malattia ai polmoni, ha dovuto attendere un lungo periodo per una visita specialistica non riuscendo a fare in tempo. Il controllo era fissato per la giornata di ieri e lui è venuto a mancare i primi di settembre.
Il giro tra gli ospedali in attesa di capire chi potesse occuparsi del caso ha avuto inizio nei primi giorni dell’estate. "Era giugno quando abbiamo chiesto l’appuntamento-scrive Alessia nella lettera- Agosto quando abbiamo insistito. Mio padre, dopo tenace lotta, ci ha lasciati ai primi di settembre. Se il Policlinico fosse stato l’unico interlocutore al quale avessimo chiesto aiuto e supporto, la nostra pace sarebbe compromessa. Fortunatamente ci siamo trovati nelle condizioni di poter chiamare il Policlinico Gemelli a Roma e ottenere velocemente una visita a pagamento con un luminare della Pneumologia, che ci ha delicatamente esortati a comprendere che la situazione era così grave che quel famoso farmaco non avrebbe inciso in maniera significativa sulle condizioni di salute generali di mio padre".
La ragazza continua il suo racconto sugli altri tentativi falliti nelle altre strutture ospedaliere come l’Ismett di Palermo ma, alla data di oggi, dice di non aver ricevuto alcuna interpretazione sulla cartella clinica del padre nonostante le rassicurazioni di un medico che le aveva promesso di occuparsi del caso. Nel frattempo la famiglia Scarso si è rivolta all’Asp di Ragusa per la richiesta dell’invalidità civile ma anche qui nessuna risposta: “Per tutto il periodo di ferie- Scrive Alessia- i telefoni dell’Asp di Ragusa sono stati fuori uso e c’era un solo oncologo di turno. Uno solo. Dalla stessa Asp non ci è venuta la sedia a rotelle, né il letto con alzata assistita, ché da due anni è fermo il bando di attribuzione del servizio. Per fortuna c’è stato un intero esercito di amici, di medici, di terapisti, di farmacisti, che hanno oltrepassato il loro compito".
Vista la situazione di “fermo” sul fronte sanitario siciliano, la famiglia Scarso ha deciso in quel periodo di rivolgersi anche ad altre strutture fuori dall’isola e qui non mancano nemmeno le denunce da parte della ragazza: "C’è un momento in cui questa possibilità ti arriva inesorabile. Perché succede che un giorno non funziona la Tac e un altro giorno ti arriva la telefonata della Pet in manutenzione mentre sei già in viaggio per il Cannizzaro di Catania e, un’altra volta, post intervento, mandi i carabinieri al Garibaldi di Catania a recuperarti il reperto istologico di cui attendi gli esiti da due mesi e tu lo spedisci da solo a Bologna, che te lo restituisce in 12 giorni con referto scusandosi per il ritardo”.
La lettera continua sollevando altri disservizi della sanità siciliana e inevitabilmente il suo contenuto è
arrivato nelle mani della Regione Sicilia dove l’assessorato alla salute ha annunciato l’apertura di una commissione d’inchiesta che riguarderà tutte le aziende sanitarie coinvolte in questa drammatica vicenda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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