La Nasa subisce un cyber attacco con un pc da 35 dollari

La Nasa è stata beffata da un attacco hacker condotto con un mini computer da 35 dollari, che le ha rubato 500 megabyte di dati

La Nasa subisce un cyber attacco con un pc da 35 dollari

È bastato un Raspberry Pi, un mini computer da 35 dollari grande quanto una carta di credito, per violare uno dei database più inaccessibili del pianeta (o ritenuti tali), quello della Nasa. Il Raspberry Pi è un computer per bambini e questo fa risultare la beffa ancora più amara. La Stampa afferma che il cyber attacco al Jet Propulsion Laboratory della Nasa sia avvenuto nel 2018, ma è stato scoperto solo di recente. L’hacker è riuscito a trafugare 500 megabyte di dati, comprese le informazioni relative alla missione Mars Science Laboratory, che organizza il lavoro del rover Curiosity sul pianeta rosso.

Lo scorso 18 giugno l’ispettore generale della Nasa ha spiegato tramite un comunicato che la violazione è stata possibile a causa del mancato aggiornamento del software che controlla i dispositivi con accesso alla rete. Nel rapporto si legge che a seguito dell’attacco il Jet Propulsory Laboratory “ha installato sistemi di monitoraggio aggiuntivi e sta riesaminando gli accordi di accesso alla rete con i suoi partner esterni”. Il sito Techxplore rivela che l’hacker “ha usato il piccolo dispositivo che si collega a televisori domestici e viene utilizzato principalmente per insegnare la codifica ai bambini e promuovere l’informatica nei paesi in via di sviluppo”.

Naturalmente sono già state avviate le necessarie indagini per capire chi sia l’autore di questi sorprendenti attacchi. Il rapporto della Nasa svela anche che “il pirata informatico è riuscito ad accedere con successo a due delle tre reti Jpl primarie” e gli uomini della Nasa temono che gli hacker possano “accedere ai sistemi delle missioni, con il rischio di inviare segnali negativi alle missioni di volo spaziali umane che utilizzano tali sistemi". Un guaio enorme, insomma, aggravato dal fatto che siano stati violati anche i files che contengono le informazioni relative al regolamento internazionale sul traffico d’armi.

Gli scienziati non hanno perso tempo e stanno controllando che non sia stata compromessa la funzionalità della rete internazionale di radiotelescopi, ovvero Deep Space Network. Per precauzione sono stati anche disconnessi i sistemi che monitorano il volo spaziale attraverso il Jet Propulsory Laboratory.

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