Proseguono ricerche e soccorsi a Lampedusa, le forze dell’ordine sull’isola sono mobilitate per il naufragio avvenuto a poche miglia dalle coste.
Sembra di ritornare indietro di sei anni, quando nel mare antistante la più grande delle Pelagie il rovesciamento di un barcone provoca la morte di 386 persone: è il 3 ottobre 2013, proprio pochi giorni fa a Lampedusa si commemora il sesto anniversario di quel giorno.
Rispetto a sei anni fa il numero delle vittime appare più contenuto, ma quando di mezzo ci sono dei morti le cifre contano fino ad un certo punto: la sensazione di tristezza ma anche di frenesia nei soccorsi è la stessa del 3 ottobre del 2013.
“La situazione per adesso non è molto chiara – afferma un testimone presente in questo momento a Lampedusa – Le operazioni di soccorso stanno procedendo, ma non ci sono né dichiarazioni ufficiali e né numeri esatti”.
Le uniche informazioni provengono dai superstiti, i quali affermano che a bordo del barchino rovesciato ci sono, nel momento del disastro, almeno 50 persone. Impossibile però capire in questo momento quanti siano i dispersi, si sa soltanto che 22 migranti giungono alle 4 del mattino presso il molo Favarolo, a seguito delle operazioni di soccorso di Guardia Costiera e Guardia di Finanza.
E poi c’è anche la conta delle vittime già recuperate od avvistate: due sono i corpi portati al porto di Lampedusa, si tratterebbe nello specifico di due donne, altri sette invece sono quelli avvistati dai soccorritori.
“Le ricerche continuano – affermano ancora da Lampedusa – Ma tutto è complicato dal maltempo: c’è vento sia sulla terraferma che in mare, le acque sono agitate ed è molto difficile intervenire”.
Per l’isola non è comunque soltanto un ritorno al passato, bensì anche una nuova constatazione di un presente fatto di continui sbarchi, di aumento del numero delle persone approdate e di una situazione che da un mese vede il locale hotspot al collasso.
Chi abita qui in qualche modo una giornata triste del genere se l’aspetta: i lampedusani conoscono meglio di chiunque altro il fenomeno migratorio, ricordano bene come quei periodi contraddistinti dall’impennata degli sbarchi anticipano simili tragedie.
Specialmente i più anziani, nella cui memoria è ben presente quanto avviene ad inizio anni ’90, quando cioè si notano i primi barchini arrivare sull’isola, di naufragi e di giornate fatte di difficili soccorsi in questo lungo lasso di tempo ne vedono parecchie. Per loro quella odierna è una tragedia annunciata: con un mare sempre meno estivo e sempre più autunnale, nelle cui acque la pressione migratoria invece che diminuire sembra aumentare, la possibilità di un naufragio è maggiormente in agguato.
E mentre le previsioni meteo parlano di un nuovo
peggioramento, i soccorritori provano a rintracciare eventuali altri superstiti in condizioni molto difficili: Lampedusa vive così dunque la sua nuova giornata di lutto e di conta di morti e sopravvissuti all’interno del suo porto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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