Nel Cretaceo, il giorno durava mezz'ora in meno e la Luna era più vicina

Dall'analisi degli anelli del guscio di un mollusco, si è scoperto che un giorno durava mezz'ora in meno mentre un anno era composto da 372 giorni. Inoltre, la Luna era più vicina alla Terra di mille chilometri e l'acqua del mare toccava i 40 gradi

Nel Cretaceo, il giorno durava mezz'ora in meno e la Luna era più vicina

Riavvolgendo il nastro della vita del nostro pianeta, si può incorrere in incedibili scoperte: nel periodo denominato "Cretaceo superiore", più di 70 milioni di anni fa, il giorno durava mezz’ora in meno rispetto ad oggi, esattamente 23 ore e 31 minuti, la Luna era più vicina alla Terra di circa mille chilometri ed i mari erano molto più caldi di adesso. Non solo, un anno contava 372 giorni invece degli attuali 365.

Come si legge su Repubblica.it, è questo il risultato di uno studio condotto da un team di scienziati delle Università di Bruxelles e della Ghent University su di un fossile simile ad una conchiglia: a "parlare" sono gli anelli del guscio di un mollusco, il "Torreites Sanchezi", facente parte dei "bivalvi rudisti" e vissuto alla fine del Cretaceo. Un tempo popolava le aride montagne dell'Oman, oggi è conservato al museo di storia naturale di Maastricht. Lo studio è pubblicato sulla rivista specializzata Paleoceanography and Paleoclimatology.

Mezz'ora in meno al giorno

I giorni, quindi erano più corti di circa 30 minuti e la Luna era più vicina di mille chilometri rispetto ad ora. La Terra impiega sempre lo stesso tempo per fare un giro attorno al Sole. Ad una velocità di rotazione maggiore della Terra corrispondeva una maggiore velocità della Luna (ed una distanza minore).

Adesso, la Luna si sta allontanando di qualche centimetro all’anno dal nostro pianeta perché, nel frattempo, la Terra ha rallentato la sua rotazione. Ma, riavvolgendo il nastro del tempo, avrebbe dovuto trovarsi “dentro” la Terra già un miliardo e 400 milioni di anni fa. Invece il nostro satellite fa compagnia alla Terra da ben più tempo. In una certa epoca del passato, dunque, questa velocità di allontanamento deve essersi modificata.

Un anno era composto da 372 giorni

Ma le sorprese non sono finite: la Terra, in quel periodo storico, ruotava 372 volte ogni anno invece delle attuali 365,25, che rendono il nostro anno di 365 giorni con anni bisestili (ogni 4). Il team di studiosi è riuscito a prelevare frammenti di guscio di appena 10 micron attraverso una tecnica di spettrometria laser per analizzare la composizione chimica di ogni anello. Ed hanno contato 372 anelli in un anno, sette in più dei giorni nostri.

ll fossile, ben conservato, ha quindi funzionato come fosse un registro storico. Come per altri molluschi, il guscio, accrescendosi come gli anelli di un albero, fissa al suo interno importanti informazioni a partire dalla composizione isotopica (gli atomi, che compongono carbonato di calcio e polimeri), la frequenza di accrescimento che si alterna giorno per giorno. Grazie alla precisione di questa tecnica, i ricercatori sono riusciti a distinguere addirittura, anche le differenze dal giorno alla notte.

Effetto serra, temperatura del mare di 40 gradi

Questo mollusco ci dà informazioni anche sull’ecosistema nel quale si è formato e dell’alternarsi delle stagioni: il fossile, ritrovato in Oman in quello che doveva essere un ambiente marino tropicale, ha vissuto in un'epoca in cui i livelli di anidride carbonica nell’atmosfera erano piuttosto elevati: l’effetto serra scaldava la Terra

dai 2 ai 4 gradi in più di adesso ed i mari erano molto più caldi raggiungendo i 40 gradi d’estate ed i 30 d’inverno. Un ambiente ostile anche per il mollusco, che era appena in grado, d’estate, di produrre nuovi anelli.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica