"Nell'emergenza virus, Conte ha dimenticato i disabili"

Lo sfogo di Andrea Depalo che ha chiesto risposte (mai arrivate) a Conte per chi, con gravi disabilità, deve lavorare in smart working

"Nell'emergenza virus, Conte ha dimenticato i disabili"

Andrea Depalo è un lavoratore con una grave disabilità, un’invalidità al 100% che gli impedisce di deambulare autonomamente. In altre parole è tetraplegico. Non va troppo per il sottile e dice: accuso Conte di averci lasciati, noi handicappati, ultimi tra gli ultimi. Gli ho scritto e ho ricevuto solo risposte dal risponditore automatico”. Andrea è costretto sulla sedia a rotelle e ad essere assistito dai suoi genitori dalla nascita. Sa che un giorno dovrà cavarsela da solo e anche per questo, oltre che per una capacità inventiva fuori del comune, ha realizzato e brevettato il prototipo di una sedia a rotelle 4.0 che rende il portatore di handicap praticamente autonomo negli spostamenti. Le sue idee valgono, tanto che sono state presentate al CES 2020. Sa anche in quanto invalido e portatore di handicap di essere molto esposto all’attacco di ogni virus e di avere una speranza di vita probabilmente minore rispetto alle persone senza handicap, perciò è molto attento e attivo su tutto quanto riguarda il mantenimento della propria salute. A questo proposito, quando l’emergenza Coronavirus si apre nel nostro Paese comincia, il 23 febbraio scorso, a farsi sentire chiedendo al nostro Governo una tutela specifica per chi lavora ed è portatore di grave disabilità. Sa che, è vero, ci sono fortunatamente delle aziende come quella per cui lavora che hanno messo a disposizione forme di tutela specifiche per chi soffre di gravi patologie congenite non dipendenti da propri comportamenti, ma non s’illude, sa anche che a dispetto delle parole, delle buone intenzioni e spesso dei proclami dei politici chi porta un handicap è lasciato per ultimo ed è bene inizi a cercare da subito di cavarsela da solo.

Andrea, appena iniziata l’emergenza cosa hai fatto?

"Mi sono mosso subito interpellando la politica, so bene che si muove più lentamente di me che sono una sedia a rotelle. Sul momento resto perfino sorpreso perché il Governo mi risponde subito, ma c’è il trucco: lo fa candidamente dicendo che si può risolvere tutto con lo smart working".

E non andava bene? "In teoria sì, però solo per una persona non portatrice di handicap. Al di là del fatto che una tastiera non è proprio sempre di facile utilizzo per un tetraplegico, vorrei far notare che in diverse aziende, le persone con disabilità grave possono essere collocate in mansioni non idonee al lavoro a distanza, e che le mansioni stesse possono richiedere un costante contatto col pubblico e che dunque la soluzione suggerita non risolve il problema. Nessuna risposta. Nessun accenno alle parole "persone con disabilità" nei Decreti".

Non ti sei fermato però.

"La voglia di aiutare chi vive come me una disabilità, ma non ha la fortuna di lavorare in un'azienda che ha messo in campo le stesse misure, mi ha spinto a rinnovare educatamente la mia richiesta".

E come è andata?

"Maluccio, diciamo. Sconsolato, mi sonio trovato a dover fronteggiare una fredda risposta automatica: “Se la richiesta è relativa al nuovo coronavirus COVID-19 la invitiamo a seguire le FAQ presenti sul nostro sito (www.disabilita.governo.it) dove vengono pubblicate, in continuo aggiornamento, le informazioni sui provvedimenti del Governo riguardanti le persone con disabilità e i loro familiari."

Qual è il tuo giudizio su questa vicenda?

"Io dico che il Premier Conte, che ha trattenuto le deleghe sulla disabilità, dovrebbe sapere che i soggetti più fragili sono i primi da tutelare in caso di emergenza. Sono passati più di 20 giorni dalla mia richiesta. Poi è apparsa in TV la Ministro alle pari opportunità e famiglia (la disabilità è sparita dai Ministeri con il Governo "Conte-Bis") che ha affermato che "su disabilità e 104, stiamo facendo un ragionamento". Non si è ancora capito quale, dopo quasi un mese dal primo caso italiano di Covid 19. Nel frattempo la più giovane vittima italiana di Coronavirus ha 38 anni ed è una persona con disabilità".

Ma adesso non si parla anche di disabili nel decreto Cura Italia?

"Ammesso che il decreto curi l’Italia, non mi sembra proprio si prenda cura dei disabili.

Il nostro congedo è equiparato al ricovero ospedaliero e in caso di ricovero ospedaliero il disabile perde il cosiddetto accompagnamento. Spero che i decreti attuativi chiariscano bene in merito ma se volessi essere critico direi che stando a una prima lettura ci danno un congedo levandoci dei soldi".

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