Per la prima volta (fino a prova contraria) nella storia, fumare potrebbe avere un effetto benevolo, "positivo": bloccare l'infezione del Coronavirus. Secondo uno studio francese, la nicotina proteggerebbe dal virus.
È questa l'ipotesi alla base di studi preventivi e terapeutici che saranno presto lanciati dall'ospedale parigino di La Pitiè Salpetrière e che stravolge le convinzioni scientifiche sostenute dalla maggior parte dei virologi secondo cui fumo e obesità sono i fattori che aumentano la letalità del Covid-19.
Ricoveri maggiori tra chi non fuma
La notizia è stata data dall'agenzia France Presse che ha sottolineato che i test saranno effettuati con cerotti alla nicotina. Da dove nasce questa pazza idea? Tra i pazienti ricoverati per Covid-19 in vari ospedali nel mondo c'è un numero ridotto di fumatori abitudinari, la maggior parte degli ammalati, quindi, non fuma.
Tra le prime ricerche già svolte, ce n'è una realizzata in Francia su 350 pazienti ricoverati e 150 che hanno consultato il proprio medico, tutti positivi al Covid-19. Ebbene, "solo il 5% erano dei fumatori", ha detto all'Afp Zahir Amoura, professore di medicina interna e autore della ricerca in questione. Quindi, il restante 95% di quel gruppo sarebbe non fumatore.
Ecco i test alla nicotina
Dopo il via libera ai test da parte del ministero della Salute francese, il team di Amoura applicherà cerotti alla nicotina con dosaggi diversi e con tre modalità diverse: 1) preventiva, per capire se possono funzionare per proteggere il personale medico-sanitario; 2) terapeutica su pazienti ricoverati per cercare di diminuire la sintomatologia; 3) sui pazienti gravi in rianimazione, come si legge su Agi.
Mancanza di nicotina fattore di rischio
Sempre secondo il neurobiologo francese, i pazienti fumatori ricoverati rischierebbero, addirittura, il deteriorarsi delle condizioni di salute a causa dello stop obbligato e immediato dell'assunzione di tabacco. La congettura dei ricercatori francesi è diametralmente opposta a tutti gli studi clinici che hanno indicato come, chi fuma, possa vedere aumentata l'aggressività del Coronavirus. "Tra i fumatori, ci sarebbe l'80% di pazienti Covid-19 in meno rispetto al resto della popolazione generale dello stesso sesso e della stessa età" ha sottolineato Amoura, neurobiologo di fama mondiale ed esperto dei recettori della nicotina.
Perché la nicotina "fa bene"
"L'ipotesi è che, fissandosi sul recettore cellulare utilizzato anche dal Coronavirus, la nicotina gli impedisca o lo trattenga dal fissarsi, bloccando così la sua penetrazione nelle cellule e il suo propagarsi in tutto l'organismo" afferma Jean-Pierre Changeux, membro dell'Istituto Pasteur e del Collège de France. I ricercatori ipotizzano che il "recettore nicotinico dell'acetilcolina" abbia un ruolo centrale nel propagarsi del Covid-19 e sia all'origine della varietà di sintomi tra cui la perdita dell'olfatto e i disturbi neurologici.
"Ipotesi pericolosa"
"È pericoloso anche solo ventilare che una pessima abitudine, come il vizio del fumo, possa aiutare a fronteggiare quella che oggi è la principale emergenza epidemica". Lo ha detto all'Agi il Prof. Giovanni Maga, direttore dell'Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pavia, commentando l'ipotesi francese che la nicotina possa avere un effetto protettivo dall'infezione del virus.
"Questa ipotesi non tiene conto di diversi fattori fondamentali - dice l'esperto - il primo è che che chi fuma è più soggetto a o patologie cardiovascolari e respiratorie
che aggravano la patologia; il secondo fattore è che fumare è la principale causa di tumori al polmone", aggiunge, invitando a fare attenzione nel trarre conclusioni che possono rivelarsi dannose.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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