Pochi ricorderanno la figura di Filiberto Guala, primo amministratore delegato della televisione di Stato, cattolico fervente che concluse i suoi anni da monaco trappista nel convento romano delle Frattocchi?
Non guasterà ricordare come la sua esperienza in Rai finì per la cosiddetta "congiura dei mutandoni": dovette insomma dimettersi dopo lo scandalo che seguì il suo ordine alle ballerine del varietà di indossare monacali mutandoni neri per non "offendere" le sensibilità vaticane - allora ben più influenti di quanto non lo siano oggi.
Ebbene, a sessant'anni di distanza (le dimissioni di Guala risalgono al 1956) a rimettere metaforicamente i mutandoni alla Rai ci pensa la renzianissima Daria Bignardi, da poco direttrice del terzo canale. Che, come rivela il Messaggero, ha convocato costumiste e truccatrici per dare la linea al nuovo corso di RaiTre: al bando gli abiti fascianti, i tubini neri, i tacchi dodici. Niente orecchini vistosi o cravatte "di cattivo gusto" per gli uomini (e ci mancherebbe).
Anche sul trucco ci sono direttive precise: niente pacchianate, solo "trucco leggero",
che s'intoni ai "colori tenui" della camicetta, con scollatura da tenersi aperta "solo per far prendere aria al collo".Un look insomma proprio alla Daria Bignardi. E chi non è d'accordo può accomodarsi.
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