No alle favole gender, soprattutto se insegnate a insaputa dei genitori. Per questo, a Massa Carrara, due genitori hanno deciso di ritirare la propria figlia dalla scuola elementare che frequentava e iscriverla a una scuola privata.
Tutto parte dal racconto di una favola in cui un principe diventa principessa.
Secondo i genitori, sarebbe stato scorretto scegliere una favola sulla differenza di genere senza aver prima concordato la scelta con le famiglie. Il racconto della favola è stato inserito nel programma di un laboratorio di lettura incentrato proprio sulla differenza di genere. La scuola si difende sostenendo che i genitori erano al corrente del progetto regionale, che si chiama 'Liber* tutt*', tra l'altro alla seconda edizione: rivolto agli alunni dai 5 anni in su, finanziato con 78 mila euro e nato perinsegnare ai bambini a rispettare le diversità.
Presentando il progetto, la Fondazione toscana spettacolo onlus scrive che si tratta di «un progetto rivolto a tutti gli abitanti interessati, a partire dagli allievi delle scuole di ogni ordine e grado, sul valore delle differenze». Eppure, più che un progetto per chi e' interessato, pare un progetto impartito, quasi imposto, soprattutto partendo dai più piccoli che si affacciano alle prime lezioni scolastiche. Un ciclo di lezioni piuttosto oneroso.
L’episodio risale a primi di ottobre, poco dopo l’inizio della scuola. I genitori hanno raccontato al sito della Provita di avere avuto modo di accorgersi del percorso realizzato a scuola della figlia esclusivamente leggendo quanto la bambina aveva scritto sul quaderno d'italiano e sul diario. In particolare di tratta di due favole: "Una bambola per Alberto" e "La principessa e il drago".
Secondo i genitori nessuna informazione preventiva del progetto era stata fornita dalla scuola e tanto meno era pervenuta una richiesta formale di consenso all'adesione al progetto.
Il progetto "Liber* Tutt*" della Provincia, approvato e finanziato dalla Regione è proposto da due anni alle scuole. Hanno aderito 35 scuole del territorio per 110 alunni coinvolti.
Se da una parte viene richiesto ai genitori di portare, attraverso i figli, la carta igienica a scuola perché non ci sono fondi, dall'altra, i soldi si trovano per inserire progetti "gender" con la pretesa che, certe favole,
sostituiscano l'educazione dei genitori. Perché traumatizzare i figli dal primo giorno di scuola con certe favole? Forse, agendo con cognizione di causa, i finanziamenti scolastici potrebbero essere spesi meglio e altrove.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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