Lo zio non può fargli da padrino perché sposato con una divorziata e il quattordicenne decide di rinunciare alla cresima.
La storia arriva da Lucera, in provincia di Foggia, dove un ragazzo appena adolescente ha scelto di non ricevere il Sacramento quando ha scoperto che l'amatissimo zio Gigi non avrebbe potuto fargli da padrino. All'origine del diniego la decisione del parroco della cattedrale della città pugliese di non ammettere "Gigi" alla funzione di padrino perché coniugato con una donna già divorziata.
La familgia del piccolo Niccolò - così si chiama l'adolescente protagonista di questa vicenda - ha deciso di prendere carta e penna e di raccontare tutto l'episodio in una lunga lettera a Repubblica. "L'ultimo prezzo da pagare è la rinuncia a fare da padrino al figlioccio. "Niccolò ha 14 anni, è il tipico adolescente che ama la musica e gli amici - scrive Deborah, moglie del padrino mancato - Frequenta il catechismo dalla prima elementare e ora, al termine del suo percorso formativo, a un passo dalla meta è stato costretto a fermarsi: domenica vedrà i suoi compagni percorrere la navata della chiesa, avvicinarsi al vescovo, avvicinarsi ancora di più a Dio grazie alla santa cresima. Lui però non può"
"Non poteva essere altri che Luigi - assicura Deborah - Lo chiama 'zio' da sempre, nonostante non esista un legame di sangue. Luigi è sempre stato presente nella sua casa: amico di famiglia, testimone di nozze dei genitori, ha addirittura accompagnato la mamma a scegliere l'abito da sposa. Presente durante la gravidanza, in ospedale alla sua nascita, è corso anche a fare compagnia a Niccolò durante l'ultima influenza".
Nonostante tutti i tentativi della famiglia, che ha addirittura
invocato la Amoris Laetitia di papa Francesco, in cui il Pontefice ricorda che ci sono "divieti che si possono superare", per il giovane Niccolò non c'è stato nulla da fare. Il caro zio Gigi non può fargli da padrino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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