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No Tav, scontri a Torino: "Finalmente la polizia fa assaggiare i manganelli"

È bufera social per Joseph Gianferrini, esponente del Pd torinese. Che si difende: "Stati sistematicamente attaccati"

No Tav, scontri a Torino: "Finalmente la polizia fa assaggiare i manganelli"

Dopo gli scontri, le polemiche. Si ripetono come un ritornello stanco il prima e il dopo delle manifestazioni del Primo maggio. Mentre a Roma andava di scena un concertone (da 800mila euro), a Torino i No Tav cercavano lo scontro con la polizia. La tensione in piazza ha già creato prese di posizione: i Cinque Stelle si sono schierati al fianco dei facinorisi (alcuni consiglieri erano in piazza con loro), mentre Lega e Pd hanno condannato le violenze.

Certo, Di Maio ha condannato "ogni forma di violenza". Ma a livello locale i pentastellati si sono scagliati contro la gestione dell'ordine pubblico . "Il corteo è stato partecipato e pacifico ma inspiegabilmente rovinato da una carica a freddo della polizia a 50 metri da piazza San Carlo - ha attaccato la capogruppo grillina Valentina Sganga - ultimamente a Torino non riusciamo ad andare oltre ad una gestione dell'ordine pubblico che parrebbe più finalizzata ad alzare il livello di conflittualità che a calmierarlo".

Le tensioni sono create quando il cordone di duemila No Tav rischiava di mescolarsi con quello del Pd. All'altezza dei portici di via Po, infatti, gli antagonisti hanno urlato "andate via dal corteo" e "siete come Salvini" ai dem presenti in piazza. I piddini si sono infuriati. Tanto che su Twitter Joseph Gianferrini, vice-presidente Pd Torino Urbanistica, infrastrutture e trasporti si è scagliato contro i facinorosi. "I soliti teppisti con Askatasuna accompagnati da una nutrita flotta di consiglieri 5stelle hanno partecipato al corteo del Primo Maggio con un unico scopo: far abbandonare il corteo al PD del Piemonte - ha scritto - Ci hanno urlato di tutto, ci hanno tolto le nostre bandiere, ci hanno riempito di insulti e sono arrivati anche alle mani; ovviamente noi abbiamo risposto! Siamo rimasti lì, non ci siamo spostati di un centimetro!". Poi ha aggiunto che, alla fine, "la polizia gli ha fatto assaggiare i manganelli...finalmente!". E proprio su quel "assaggiare" si è sollevato una sorta di polverone.

Sui social il dem è finito nel mirino. "Sei un infame, a te ci vorrebbe dell'olio di ricino", scrive Fabrizio. "Avete tradito e sarete trattati come dei traditori!", aggiunge Andrea. " Chiamare alla violenza è vergognoso. Si vergogni!", attacca Roberto. L'esponente Pd però non fa passi indietro e a Repubblica spiega cosa intendeva dire con quel tweet. "Ieri siamo stati sistematicamente attaccati - dice a mente fredda - io c’ero. Nel tweet ho scritto la verità.

La carica della polizia ci ha permesso di finire il corteo, altrimenti ci avrebbero menati". E sui manganelli da far "assaggiare" chiosa: "Non mi sento fascista per quello che ho detto, sono rude e schietto. I veri fascisti sono loro".

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