Venerdì scorso, a Firenze, un immigrato somalo ha spinto una donna sotto a un'auto in corsa. Apparentemente non ci sarebbe alcun motivo che ha spinto lo straniero a fare quel folle gesto. E proprio per questo c'è il rischio che il balordo possa farlo nuovamente. Eppure, come racconta il Corriere Fiorentino, un magistrato lo ha già rimesso in libertà. "Per favore, arrestate quell'uomo che ha tentato di uccidermi", commenta Rita che è ancora ricoverata in chirurgia intensiva. "Potrebbe rifarlo...".
"Sono choccata, sono sconvolta, non ci posso credere. È come se mi avesse aggredito una seconda volta". Rita ora è sconvolta. Ha ancora l'orrore davanti agli occhi per quello che è successo. Ma anche paura che questo possa succedere di nuovo. "Forse hanno sottovalutato la questione, ma io ho subito un tentato omicidio, questo è quanto accaduto - racconta al Corriere Fiorentino - ci sono le telecamere, ci sono i testimoni". Ora per colpa della decisione di quel magistrato, che ha rimesso in libertà l'uomo che ha cercato di ammazzarla gettandola sotto le automobili che sfrecciavano per strada, ha completamente perso la fiducia nello Stato. Non fa fatica a dirlo: "Che Stato è quello che lascia in libertà un potenziale omicida?".
Il folle che venerdì scorso, intorno alle 13:40, l'ha spinta contro le auto mentre Rita si trovava ferma sul marciapiede, all'altezza del piazzale di Porta al Prato, è un somalo di 31 anni. Un immigrato senza permesso di soggiorno e senza fissa dimora. Tempo fa, come ricostruisce la Verità, gli era stato rilasciato un permesso per asilo politico, ma quando è scaduto non gli è stato più rinnovato. Qui in Italia, insomma, si trovava da clandestino. Mentre una macchina sbalzava via la povera Rita, alcuni passanti hanno immobilizzato lo straniero fino a quando non è arrivata la volante della polizia. Ma dopo l'arresto il magistrato lo ha subito rimesso in libertà.
"È illegittimo l'arresto in flagranza operato dalla polizia giudiziaria sulla base delle informazioni fornite dalla vittima o da terzi nell'immediatezza del fatto - si legge nel decreto firmato dal pm Antonino Nastasi - in tale ipotesi, non sussiste la condizione di quasi flagranza la quale presuppone l'immediata e autonoma percezione, da parte di chi proceda all'arresto, delle tracce del reato e del loro collegamento inequivocabile con l'indiziato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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