"Non siamo gay, ci sposiamo per convenienza". Ma scoppia la polemica

Gianni e Piero sono amici e convivono da anni. I due hanno però deciso di convolare a nozze per ragioni di convenienza. "Il pagamento delle bollette, il canone Rai, ora sarà tutto più semplice"

"Non siamo gay, ci sposiamo per convenienza". Ma scoppia la polemica

Gianni e Piero sono due amici che hanno deciso di sposarsi per convenienza, ma questa loro decisione ha fatto parecchio discutere.

La loro scelta, un po' fuori dal coro, ma dentro i limiti di legge ha scatenato parecchie polemiche. Gianni e Piero, infatti, sono conviventi da anni e, anche se non hanno alcun sentimento amoroso che li lega, il prossimo sabato si uniranno civilmente a Schio (Vicenza). Il loro matrimonio, come racconta il Giornale di Vicenza, è dettato dalla convenienza.

I due hanno spiegato che non sono gay, ma hanno deciso di sposarsi per diverse ragioni soprattutto di carattere economico: "Non siamo una coppia, ci prendiamo cura l'uno dell'altro, siamo come fratelli. Ci sono situazioni in cui non avere un legame riconosciuto crea difficoltà, come le degenze in ospedale, ma anche per piccole cose, il pagamento delle bollette, del canone Rai: prima che venisse messo in bolletta lo addebitavano a entrambi".

Gianni e Piero, per questa serie di ragioni, hanno deciso di convolare a nozze. L'unione civile consentirà loro di accedere a diritti che sarebbero loro negati altrimenti e di risolvere problemi pratici. La loro scelta di convenienza non scadalizza la "madre" della legge sulle unioni civili, Monica Cirinnà: "Anche una donna si può sposare con un uomo che non ama, per convenienza. I matrimoni di comodo si sono sempre fatti. Questa volta ad unirsi sono due uomini che non sono uniti affettivamente ma lo fanno per convenienza, penso che comunque la legge consenta la libertà ai cittadini di farlo".

Più critico, invece, è Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia e leader storico della comunità omosessuale italiana: "Che due persone eterosessuali dello stesso sesso vogliano fare una unione civile e accedere così anche alla reversibilità delle pensioni, all'eredità e così via, lo trovo legittimo e legale ma dal punto di vista morale è una truffa. Non è che si possa utilizzare la norma come si vuole. Liberi di farlo, ma dal punto di vista morale credo siano dei furbacchioni che usano le norme a loro uso e consumo. Io, che ho fatto una lunga battaglia per il riconoscimento delle coppie omosessuali, non dirò mai loro bravi.

Forse non si rendono conto che la legge sulle unioni civili prevede diritti ma anche doveri. Attenzione a non svilire un istituto come qualcosa che passa come privilegio, la legge non è uno strategemma per chi vuol fare il furbo".

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