La green economy nasce dall'esigenza di conciliare la crescita con un modello di sviluppo sostenibile in grado di utilizzare le risorse in modo più efficiente. È un modello di economia «capace di produrre un benessere di migliore qualità e più equamente esteso, migliorando la qualità dell'ambiente e salvaguardando il capitale naturale», come recita il Programma delle Nazioni unite per l'Ambiente (Unep), l'organizzazione internazionale che opera dal 1972 contro i cambiamenti climatici a favore della tutela dell'ambiente e dell'uso sostenibile delle risorse naturali in Toward a Green Economy (Verso un'economia verde) del 2009.
Le imprese della green economy agiscono secondo criteri di economicità, svolgono attività che contribuiscono a migliorare e a estendere il benessere del contesto in cui operano, e hanno a cuore la salvaguardia dell'ambiente e del capitale naturale. La competitività e le performance economiche non solo non si contrappongono a quelle ambientali e sociali, ma trovano proprio in queste nuove opportunità di sviluppo e di crescita. Al riguardo l'Unep sottolinea che le imprese che adottano iniziative concrete per ridurre in modo significativo i loro impatti ambientali ottengono dei miglioramenti economici (come l'aumento delle vendite, migliori margini di profitto, miglioramento dei carichi fiscali) mentre le leve strategiche su cui contare sono un uso più efficiente delle risorse (più efficienza energetica, maggiore valorizzazione dei rifiuti) e la ricerca di prodotti e processi innovativi con un basso impatto ambientale.
La green economy , insomma, rappresenta una grande sfida per il futuro e richiede un concreto e diffuso impegno da parte non solo delle imprese, ma anche delle istituzioni e della società civile, nella convinzione che la modernizzazione sostenibile del sistema economico e produttivo sia un'opportunità di rilancio per l'economia, oltre che l'unico modello in grado di consentire una crescita sostenibile nel lungo periodo.
Eni opera secondo i principi della sostenibilità sin dai tempi di Enrico Mattei (il precursore dell'idea di impresa sostenibile), creando valore per gli azionisti, utilizzando le risorse in modo equilibrato, salvaguardando le esigenze e le opportunità delle generazioni future. Sotto la spinta della crisi economica degli ultimi anni, che ha colpito duramente soprattutto la petrolchimica e la raffinazione europea (con una domanda debole e con la competizione con produttori extraeuropei a basso costo), Eni ha investito in processi/prodotti innovativi, al duplice fine di salvaguardare l'occupazione e di rispondere a esigenze di mercato, nonché prescrizioni normative, che richiedono prodotti sempre più green. A tal fine Eni, anche attraverso le sue società controllate (Versalis, la maggiore azienda petrolchimica in Italia), ha promosso importanti progetti di riqualificazione industriale puntando sulla chimica verde e sulla green refinery , valorizzando le competenze e gli asset locali, ed offrendo nuove opportunità di sviluppo al territorio.
Inoltre, allo scopo di ridurre i costi operativi ed aumentare la competitività, ha realizzato ambiziosi programmi per migliorare l'efficienza energetica soprattutto nel settore del downstream, agendo sia con progetti ad investimento che con interventi di natura gestionale (come l'adozione di sistemi di gestione dell'energia Iso 50001), nonché con iniziative per la diffusione della cultura dell'efficienza energetica.
Eni si avvale anche del green procurement per migliorare le performance energetiche ed ambientali delle sue operazioni; a tal fine ha adottato un programma che ha lo scopo di integrare i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto e che incoraggia la scelta di prodotti e servizi che abbiano il minor impatto possibile
sull'ambiente durante l'intero ciclo di vita. Peraltro, ciò contribuisce a gestire i rischi ambientali (soprattutto reputazionali ed emergenti), a soddisfare i requisiti dei sistemi di gestione e ad accrescere il valore aziendale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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