"Odiamo gli italiani". Così la baby gang egiziana scatenava la violenza

I quattro egiziani avrebbero agito per "risentimento contro gli italiani". Aggredivano con violenza clienti e prostitute. Una di esse si sarebbe salvata urlando: "Fermatevi, sono albanese"

"Odiamo gli italiani". Così la baby gang egiziana scatenava la violenza

Si avventavano contro prostitute e clienti che stavano appartati a bordo strada. I raid violenti avvenivano sempre con le stesse modalità: le vittime venivano trascinate giù dall'auto sulla quale si trovavano, poi partivano le botte. Pugni, schiaffi e percosse, anche contro le donne. Una di esse, durante un'aggressione, era riuscita a sottrarsi dalla furia della baby gang rivelando di essere albanese. Un dettaglio a quanto pare decisivo: a quel punto, gli assalitori si erano placati. Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, infatti, i giovanissimi rapinatori di origini egiziane agivano "in ragione di un risentimento verso gli italiani".

I raid della baby gang egiziana

Odiavano gli italiani. E pare lo avessero esplicitato più volte. Quattro egiziani, giunti da soli nel nostro Paese e minorenni all'epoca dei fatti contestati, sono stati arrestati dai carabinieri - su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale per i Minori di Milano - in quanto "ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del reato di rapina aggravata, commesso nel comune di Trezzano sul Naviglio". I componenti dalla baby gang sono sospettati di aver messo a segno una serie di rapine a prostitute e clienti avvenuta tra maggio e giugno scorsi, sempre con modalità violente. In un caso, il gruppo avrebbe colpito una prostituta con calci e pugni. In un'altro avrebbe invece strattonato il cliente fuori dall'auto e preso a pugni la donna. In una terza aggressione, uno dei giovani avrebbe sfasciato il cofano dell'auto di una prostituta mentre un complice scagliava una bici contro la vettura.

"Ce l'abbiamo a morte con gli italiani"

I quattro arrestati, secondo i racconti delle donne e dei clienti, assalivano le loro vittime a notte fonda, spuntando d'improvviso nelle zone isolate dove le vetture prese di mira si posizionavano. Brandivano mazze da baseball e - riferiscono i testimoni - urlavano frasi contro gli italiani. Come raccontato da una delle vittime, gli aggressori avrebbero sfogato la loro violenza urlando: "Non venite più qua, noi ce l'abbiamo a morte con gli italiani". Proprio per quello, in un caso, una prostituta sarebbe riuscita ad arginare la violenza degli egiziani esclamando: "Fermatevi, io sono albanese".

Pare che quel risentimento verso gli italiani fosse già emerso anche a Trezzano, dove i giovanissimi erano ospiti della comunità "Villa Amantea". L'istituto di accoglienza, l'estate scorsa, era stato colpito anche con delle molotov rudimentali: si sospetta che quel gesto fosse una sorta di ritorsione per alcuni atteggiamenti sopra le righe degli ospiti.

Il giudice per le indagini preliminari, nel motivare il provvedimento di reclusione, ha sottolineato la "spiccata propensione" dei giovani egiziani "all'utilizzo dell'aggressività verbale e fisica come modalità abituale del proprio agire, nel contesto di atti di prevaricazione gratuiti finalizzati alla commissione di sistematiche rapine".

Tale aggressività sarebbe stata peraltro scatenata da futili motivi e da un "incomprensibile astio verso gli italiani". Ora i quattro si trovano nel carcere minorile a Bologna.

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