Omicidio Pordenone, Bruzzone: "Trifone era l'obiettivo dell'agguato. Movente? L'invidia"

La criminologa Roberta Bruzzone, in qualità di consulente della famiglia Ragone, spiega quali elementi incastrerebbero l'unico indagato Giosuè Ruotolo, per l'omicidio di Pordenone

Teresa Costanza e Trifone Ragone
Teresa Costanza e Trifone Ragone

"Il movente è l'invidia". La criminologa Roberta Bruzzone, in qualità di consulente della famiglia Ragone, spiega quali elementi incastrerebbero l'unico indagato Giosuè Ruotolo, per l'omicidio di Pordenone: "All'inizio ha mentito, ha fornito un alibi falso. Poi ha cambiato la sua versione quando ha sentito odore di avviso di garanzia". E ancora: "Era sulla scena del crimine e nella zona in cui è stata trovata l'arma del delitto. A questo punto rischiava pure di incrociare l'assassino". Lo descrive come uno "dei delitti più feroci degli ultimi anni": "L'obiettivo principale dell'agguato era Trifone Ragone. Il movente, invece, potrebbe essere l'invidia nei confronti della vittima", spiega la criminologa a Fanpage.it.

Intanto a Pomeriggio Cinque, Ilaria Dalle Palle, racconta le novità dell'ultima ora. Al termine dell'interrogatorio di martedì, Giosuè Ruotolo, unico indagato, è andato nei pressi del parco dove è stata ritrovata la pistola per ricostruire i movimenti di quella sera. Ruotolo, infatti, sarebbe passato in macchina davanti alla palestra dov'è avvenuto l'omicidio ma, non avendo trovato parcheggio, si sarebbe diretto al parco per correre.

Una volta arrivato, tuttavia, il freddo lo avrebbe spinto a tornare a casa quasi subito. E mentre gli inquirenti stanno cercando di risalire all'identità del proprierario dell'arma del delitto, una pistola d'epoca, non sembrano esserci ipotesi credibili che spieghino il movente dell'omicidio.

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