Vincenzo Paduano, il ventottenne arrestato per l'omicidio dell'ex fidanzata Sara Di Pietrantonio, è stato condannato in appello a sontare 30 anni di carcere.
L'uomo, il 29 maggio del 2016, aveva rincorso la ragazza e, in via della Magliana, l'aveva uccisa e poi dato il corpo alle fiamme. Il giorno dopo, Paduano era stato arrestato dai carabinieri e, dopo lunghe ore di interrogatorio, aveva confessato, ammettendo di essere lui l'autore del delitto. Il processo di primo grado aveva condannato, il cinque maggio del 2017, il ragazzo all'ergastolo, come aveva raccontato il Giornale.
Oggi, la Corte d'assise d'appello di Roma si era riunita in camera di consiglio, per decidere la pena da infliggere all'assasino di Sara. La difesa di Paduano, durata oggi più di tre ore, ha chiesto di assolvere l'imputato dall'aggravante della premeditazione e dai reati di stalking e distruzione di cadavere, con l'intento di ridurre la condanna del ventottenne.
I continui messaggi che i due si scambiavano, avrebbero portato la coppia a restare continuamente in contatto. Secondo l'avvocato, i numerosi sms avrebbero indotto Vincenzo a immaginare la continuità del loro rapporto, ma un successivo post di Facebook della ragazza avrebbe fatto sospettare all'uomo la presenza di un amante. Questo il motivo che avrebbe spinto Paduano a compiere l'omicidio.
Tuttavia, la difesa sottolinea che "dopo aver analizzato la messaggistica emerge che la ragazza mai aveva espresso paura nei confronti di Vincenzo". Gli avvocati di Paduano hanno invitato la Corte a controllare, una volta ritiratasi in camera di consiglio, la messaggistica che i due si sono scambiati.
La sentenza di secondo grado è arrivata dopo poco meno di due ore: i giudici hanno
condannato Paduano a 30 anni di carcere, per omicidio volontario, con le aggravanti della premeditazione, dei futili motivi e della moinorata difesa, non tenendo conto delle richieste della difesa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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