Omofobia, i manifesti anti-gender: "Legge condanna le tue idee"

La campagna di Pro Vita & Famiglia contro il progetto di legge sulla omotransfobia: "Se anche tu credi che si nasca maschio e femmina rischi una condanna"

Omofobia, i manifesti anti-gender: "Legge condanna le tue idee"

In nome dell'hasthag "restiamoliberi", è nata la campagna di Pro Vita & Famiglia contro il progetto di legge sulla omotransfobia. Un'iniziativa con tanto di cartelloni affissi a Roma (ma arriveranno in tutta Italia) come i seguenti: "Marco e Silvia hanno insegnato ai loro figli che si nasce maschio o femmina: condannati per omofobia", "Conduttore radiofonico ha affermato in diretta che l'utero in affitto è un abominio: condannato per omofobia".

Così Pro Vita & Famiglia lancia il proprio grido di allarme in concomitanza con le audizioni in Commissione Giustizia in Parlamento sulle proposte di legge di contrasto all'omotransfobia e dopo la notizia che dal 30 marzo si passerà direttamente alla discussione sul testo in aula, sia in quella di Montecitorio sia, in seguito, nell'emiciclo di Palazzo Madama. Pro Vita & Famiglia ha così lanciato la nuova campagna choc per sensibilizzare l'opinione pubblica contro "i pericoli nascosti per la libertà di ognuno nella proposta di Alessandro Zan" e contro la narrazione gender.

"Lo sai che rischi una condanna per omotransfobia se credi che si nasca maschio e femmina e se lo insegni ai tuoi figli? Con l'emergenza coronavirus, la mancanza di letti negli ospedali, l'economia in caos, la priorità per la nostra maggioranza è una legge liberticida? No grazie, #Restiamoliberi è il nostro hashtag, #Restiamoliberi è il nostro appello contro chi vuole toglierci la libertà", dichiara in un comunicato stampa Pro Vita & Famiglia, organizzatrice anche del Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona. L'Onlus ha predisposto le affissioni dei cartelloni a Roma e successivamente arriveranno su tutto il territorio nazionale. Su questi ci sarà spazio anche per quel pasticcere statunitense (di Denver, per l'esattezza) ondannato per essersi rifiutato di fare una torta di nozze per una coppia gay.

Toni Brandi e Jacopo Coghe, rispettivamente presidente e vice presidente di Pro Vita & Famiglia, in una nota congiunta dichiarano: "Zan e i suoi compari, col pretesto di voler proteggere le persone omosessuali o transessuali modificando gli articoli 604 bis e ter del Codice penale, in realtà toglieranno la libertà di pensiero e di parola alla maggioranza degli italiani e a quanti si battono contro l'ideologia gender insegnata nelle scuole ai nostri bambini, a quanti credono che i nascituri nascono da e hanno bisogno di mamma e papà, a quanti credono che i sessi sono due, maschio e femmina".

Infine, la nota chiosa così: "La legge tutela ogni persona.

Una cosa è la protezione dalla violenza altra cosa è la censura: in questo caso si arriverà a sanzionare persino con la reclusione ogni manifestazione di non approvazione o di contrasto alle posizioni Lgbt, interpretabile come istigazione alla discriminazione omotransfobica. È un vero e proprio scandalo".

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