"Pronta la quinta nave". Così l'ong Sea Watch sfida l'Italia

Sea Watch è pronta a mandare un'altra nave nel Mediterraeo centrale ma l'Italia con Piantedosi è irremovibile nel suo blocco all'ingresso delle ong che battono bandiera straniera

"Pronta la quinta nave". Così l'ong Sea Watch sfida l'Italia

Dopo anni di lassismo, l'Italia ha deciso per una stretta sull'ingresso delle navi ong nelle acque territoriali con a bordo i migranti irregolari. Il ministro Piantedosi non concederà un porto italiano alle navi delle ong se prima non viene trovato un accordo con gli Stati di bandiera. Una scelta fatta dal titolare del Viminale per iniziare a porre delle regole chiare e richiamare alle proprie responsabilità i Paesi europei. Le ong ora alzano la voce, si posizionano a ridosso delle acque territoriali italiane e invocano a gran voce un porto, che l'Italia non è intenzionata a concedere. E mentre nel Mediterraneo è evidente che sia cambiato il vento in tal senso, un'altra ong ha annunciato il varo di una nuova nave.

Sea Watch, infatti, tramite i suoi social ha informato di aver messo in mare la quinta nave della flotta, che si sta in queste ore dirigendo ad Amburgo per le operazioni di preparazione preliminari alla navigazione nel Mediterraneo centrale. "Prima di essere finalmente preparata come nave di soccorso civile e dispiegata nel Mediterraneo, verrà al suo porto di origine per il battesimo della nave", si legge nel profilo internazionale dell'organizzazione, che ringrazia quanti, con le donazioni, hanno reso possibile l'operazione.

Si tratta dell'ennesima nave che tra qualche settimana si presenterà alle porte dell'Italia con centinaia di migranti a bordo chiedendo lo sbarco, così come stanno facendo le ong che da giorni stazionano davanti alle coste italiane. Il tempo perso premendo contro i confini nazionali l'avrebbero potuto usare per spostarsi altrove, considerando che l'Italia è ora irremovibile nella sua decisione e non sembrano esserci possibilità di cambiamento se non a seguito di un'interazione con i Paesi di bandiera. Invece no, stazionano davanti alle coste italiane e dai loro profili (ovviamente in lingua italiana) si lamentano, invocano il diritto marittimo e premono per entrare nel nostro Paese.

Sono al momento circa 1.

000 i migranti che si trovano a bordo di tre navi ong: 572 migranti sono sulla Geo Barents di Medici senza frontiere, 234 sono sulla Ocean Viking e altri 79 si trovano sulla Humanity1, che da giorni staziona a meno di 10 miglia dal confine con le acque territoriali italiane. L'arrivo e l'annuncio di una nuova nave sembrano una provocazione diretta all'Italia ma difficilmente il ministro Piantedosi si lascerà convincere a fare il contrario.

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