Non è più destinataria del provvedimento di sequestro, ma non può ugualmente lasciare il porto di Porto Empedocle in cui è ormeggiata da alcune settimane: la Open Arms, la nave dell’omonima Ong spagnola, non può per il momento tornare a navigare in quanto sottoposta a fermo amministrativo da parte della Guardia Costiera.
Il mezzo è protagonista, lungo gran parte questo mese di agosto, dell’ennesimo tira e molla tra organizzazioni non governative e governo italiano. Dopo 19 giorni trascorsi a largo di Lampedusa, il sequestro operato dalla procura di Agrigento dello scorso 22 agosto permette lo sbarco in territorio italiano della nave.
La Open Arms quindi, per tal motivo, viene ormeggiata a Porto Empedocle a disposizione degli inquirenti. Nel frattempo vengono aperte due inchieste: il primo fascicolo riguarda lo sfruttamento dell’immigrazione clandestina, l’altro invece quello inerente il reato di sequestro di persona.
Quest’ultimo è quello che attualmente suscita maggior clamore, in quanto vedrebbe coinvolto il ministro dell’interno uscente Matteo Salvini: la procura della città dei templi infatti, così come accaduto lo scorso anno con il caso della nave Diciotti, indaga per un possibile abuso d’ufficio che crea, come si legge nelle carte del Gip di Agrigento Stefano Zammuto, una “illecita e consapevole privazione della libertà personale” a danno dei migranti a bordo.
Ipotesi di reato che, come annuncia lo stesso Salvini sui social, a breve potrebbero portare ad un’indagine diretta contro l’uscente titolare del Viminale.
Ma, tornando alle sorti della Open Arms, come detto nelle scorse ore arriva il dissequestro della nave, firmato dal Gip Zammuto. Una notizia che viene ovviamente accolta con favore dagli attivisti dell’Ong spagnola: “Riteniamo questo provvedimento di estrema importanza – commentano infatti gli esponenti di Open Arms in una nota – In esso è ribadita, ancora una volta, la necessità del rispetto delle Convenzioni internazionali e del diritto del mare, nonché la tutela della vita e della dignità delle persone in condizioni di fragilità”.
Tuttavia la nave non può lasciare il porto di Porto Empedocle: chi già, tra i membri dell’Ong spagnola, si prepara a tornare in mare deve provvisoriamente invece rimanere a terra. Il motivo è da ricercare per l’appunto nel provvedimento di fermo operato dalla capitaneria di porto di Porto Empedocle.
Così come scrive AgrigentoNotizie, a seguito di un’ispezione dei militari della Guardia Costiera a bordo del mezzo, risultano diverse anomalie che impediscono alla Open Arms di tornare da subito ad operare nel Mediterraneo.
Anomalie che devono essere eliminate e che riguardano la sicurezza della navigazione, il rispetto della normativa in materia di tutela dell'ambiente marino, il training e la familiarizzazione dell'equipaggio con le procedure di emergenza previste a bordo.
Per tal motivo già nei giorni scorsi la Capitaneria di Porto Empedocle ha contattato le autorità spagnole. Dal paese iberico fanno sapere che sono in arrivo ad Agrigento degli esperti, i quali devono esaminare le varie criticità prima di poter dare il benestare per la ripresa della navigazione.
Ma gli esperti di Madrid non arriveranno prima
del 9 settembre e dunque, almeno per i prossimi dieci giorni, la Open Arms resterà in porto. Nel frattempo la vicenda relativa alla nave spagnola non mancherà, viste le ultime novità, di produrre altre significative novità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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