Mostrare il coraggio estremo che non teme la morte. Questa è la folle sfida che mette in pericolo sempre di più la vita di molti ragazzi e che ha già causato la morte di centinaia di giovanissimi.
Si tratta di un “gioco” a tappe che si snoda nell’arco di 50 giorni : ai partecipanti viene chiesto di affrontare una serie di prove autolesive e di documentarne il superamento tramite foto o video. Lo step finale consiste nell’esperienza estrema della morte, lanciandosi dall’ ultimo piano di un edificio.
La Blue Whale ha avuto origine in Russia, con 130 suicidi accertati, ma ora ha preso piede anche in Europa: la polizia del Regno Unito ha emesso un avviso sul gioco, mettendo in chiaro che può portare a autolesionismo o suicidio; in Romania, dopo diverse segnalazioni di giovani coinvolti in incidenti, il Ministero degli Affari Interni ha incaricato la polizia nazionale di informare sui rischi del gioco.
Stessa situazione in Francia, dove le forze dell’ordine si stanno muovendo in una campagna di sensibilizzazione – con l’istituzione di un canale di assistenza telefonica - a seguito dell’episodio rilanciato da “La Voix du Nord”, secondo la quale due ragazze si erano autolesionate e avevano detto all’infermiera della scuola che avevano raggiunto un livello 45 nel coinvolgimento della sfida.
Questa tendenza distruttiva e inspiegabile è diventata oggetto di attenzione da parte dei media mondiali. Anne Collier ha riportato sul sito NetFamilyNews.org le parole di Georgi Apostolov, coordinatore del Safer Internet Center (SIC), il quale sostiene che la pericolosa moda virale era partita come falsa manipolazione da parte di qualche mente malata, studiata a tavolino e capace di influenzare genitori e bambini vulnerabili.
Insafe, rete europea che promuove l’uso sicuro di internet, ha riconosciuto che nonostante la Blue Whale potrebbe essere nata come una bufala, ora sta diventando un vero e proprio problema.
Per questo, ha attivato linee di assistenza che sono in grado di fornire consulenza, orientamento e sostegno ai ragazzi e alle loro famiglie.In Italia sinora non si sono registrati casi, ma è comunque sempre attiva la Helpline del Safer Internet Center di Generazioni Connesse per qualsiasi richiesta di ascolto o aiuto (1.96.96).
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