"Adesso si può ragionare": sul tavolo il viaggio del Papa a Kiev

Papa Francesco non ha scartato l'ipotesi. E ora il Vaticano potrebbe lavorare ad un doppio incontro: uno con il patriarca Kirill ed uno in Ucraina

"Adesso si può ragionare": sul tavolo il viaggio del Papa a Kiev

Se n'è parlato parecchio senza troppa concretezza ma ora sembra essersi aperto uno spiraglio: il viaggio di papa Francesco a Kiev durante il conflitto non è più una chimera.

Una novità è arrivata dallo stesso Jorge Mario Bergoglio che, da Malta, dove si è recato per una visita apostolica, non ha affatto scartato l'ipotesi.

"In certi giorni il dolore al ginocchio non lo sento proprio", ha detto il pontefice argentino, associando il dolore fisico a quello patito dalla popolazione ucraina per la guerra che divampa e parlando con la stampa presente sull'isola. L'ex arcivescovo di Buenos Aires, a causa di qualche problema fisico, è stato costretto a saltare, per ordine e pareri dei medici, più di qualche viaggio. Bergoglio non è potuto andare neppure a Firenze, dove si è parlato di Mar Mediterraneo qualche settimana fa. Il viaggio a Malta, però, può essere la prova di un miglioramento complessivo delle condizioni di salute. E ora il Vaticano può iniziare a ragionare di Kiev.

La diplomazia della Santa Sede è al lavoro: un incontro con il patriarca Kirill, il vertice della Chiesa ortodossa di Mosca, è un'altra delle azioni che stanno vagliando dalle parti di piazza San Pietro. Il Vaticano non ha mai smesso di essere in contatto con il capo degli ortodossi russi ed in queste ore sta rimbalzando la suggestione di un secondo summit, dopo quello di Cuba, tra le due autorità religiose. Il che rappresenterebbe anche un buon viatico per ovviare alla prassi diplomatica che prevede che il Santo Padre incontri entrambe le parti in conflitto.

"Mi sembra un'ipotesi difficile (quella di una visita a Kiev, ndr) - avevano fatto sapere qualche giorno fa al Giornale.it fonti vicine ai sacri palazzi - e comunque se andasse in Ucraina dovrebbbe andare pure a Mosca. Il che mi pare molto complesso", avevano continuato. Difficile, sì, ma a quanto pare non impossibile. La possibilità che Francesco veda sia Kirill sia qualche alto ecclesiastico ucraino, ad esempio il metropolita ortodosso Epifanio, che guida la Chiesa ortodossa nazionale di Kiev, aumenta la suggestione di un gesto che avrebbe del clamoroso.

Un'altra delle ipotesi circolanti riguarda un'opera di mediazione che Francesco potrebbe provare a compiere, sempre incontrando ambo le parti, al di fuori delle due nazioni interessate dalla guerra. Bergoglio potrebbe insomma incontrare le autorità religiose ucraine e Kirill al di fuori dei confini ucraini e russi. Non sono per ora arrivate notizie relative a possibili summit con Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. La Santa Sede rimane comunque in lizza per un ruolo di mediatore ufficiale, così come sottolineato in più circostanze dal cardinale e segretario di Stato Pietro Parolin.

"Proprio dall'est dell'Europa, dall'Oriente dove sorge prima la luce, sono giunte le tenebre della guerra", ha tuonato il pontefice argentino, nel suo primo discorso a Malta, così come ripercorso dall'Adnkronos.

Poi la parte sulle responsabilità: "E mentre ancora una volta qualche potente, tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalisti, provoca e fomenta conflitti, - ha aggiunto - la gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro che, o sarà insieme, o non sarà. Ora, nella notte della guerra che è calata sull'umanità, non facciamo svanire il sogno della pace", ha chiosato.

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