Ordinanza in Alto-Adige, senza un auto-tampone per i bimbi scuola vietata

Dal 7 aprile se i bambini di 6-10 anni non si faranno il tampone antigenico non potranno entrare a scuola

Ordinanza in Alto-Adige, senza un auto-tampone per i bimbi scuola vietata

"A scuola ci torni solo se ti fai da solo un test nasale ma se ti rifiuti di farlo per te c'è la didattica a distanza". Questa, in sintesi, la decisione del presidente della Provincia Autonoma di Bolzano Arno Kompatscher contenuta nell'ordinanza n. 15 del 19 marzo 2021 che dal 7 aprile andrà ad interessare tutti gli alunni altoatesini tra i 6 e 10 anni. Infatti, per permettere il monitoraggio della diffusione dell’infezione da Sars-Cov-2 nella popolazione scolastica altoatesina, dopo le vacanze pasquali si potranno avvalere della didattica in presenza esclusivamente gli alunni che si sottoporranno ai test nasali veloci. Invece, per gli alunni che dovessero rifiutarsi, le attività didattiche proseguiranno in modalità online. Una idea, questa, che si voleva adottare anche a livello nazionale ma che alla fine è stata giudicata irrealizzabile. Non per il Presidente Kompatscher che tra le infinite polemiche piovute da ogni parte ha tirato dritto per la sua strada, nonostante il parere contrario del suo assessore leghista alla scuola Giuliano Vettorato. «Non sono contrario ai test in generale, ma non certo come imposizione», ha commentato Vettorato che ha aggiunto: "Il progetto è in mano alla Sanità altoatesina, è stato avvallato anche dal ministro Speranza ma per quel che mi riguarda in Giunta ho espresso tutte le mie perplessità sul fatto che lo si imponga ai ragazzi", conclude Vettorato.

Una imposizione giudicata inaccettabile da praticamente tutto il personale scolastico ma anche dagli stessi genitori dei ragazzi che hanno alzato la voce e che non è passata inosservata al consigliere provinciale di Fratelli d'Italia Alessandro Urzì. Presa carta e penna, Urzì ha presentato un esposto presso la Procura della Repubblica di Bolzano. Il motivo? Non certo e non solo per via dell'obbligatorietà dei test ma anche per il fatto che, secondo quanto deciso da Kompatscher, alunni di età compresa tra i 6 e i 10 anni dovranno auto somministrarsi questi test nasali in ambiente scolastico, seppur sotto la supervisione di personale addestrato. Il foglietto illustrativo del test “Panbio™ COVID-19”, spiega Urzì nel suo esposto, indica che quello sperimentato in Provincia di Bolzano sia solo uno strumento ausiliario nella diagnosi di infezione da Covid-19 da effettuare in ambiente di laboratorio o che soddisfi specifici requisiti.

Sull'auto esecuzione dei test da parte di bambini di appena sei anni Urzì è contrario anche perché nel foglietto illustrativo non si parla in alcun modo di auto somministrazione ma si fa chiaro riferimento alla necessità di alta specializzazione del personale sanitario per l' esecuzione del test stesso. Infatti, si legge nello stesso bugiardino, per effettuare il test bisogna inclinare la testa del paziente indietro di 70 gradi, ruotare delicatamente il tampone nella narice di circa due centimetri fino a quando non si incontra resistenza dei turbinanti, poi ruotare il tampone per cinque volte contro la parete nasale, quindi rimuoverlo lentamente dalla narice.

"Procedure che farebbero intendere l’effettuazione del test da parte di personale opportunamente formato sia per la fase di prelievo dei campioni biologici che per la riuscita della successiva operazione di analisi degli stessi, dotato di tutti gli strumenti di protezione individuale atti a prevenire un eventuale contagio. Peraltro, l’esecuzione degli esami impone modalità precise, tempistiche esatte e anche temperature d’ambiente e di mantenimento dei test che difficilmente possono essere gestite in un'aula scolastica", scrive Urzì nel suo esposto che però solleva anche un problema etico relativo all'esclusione dei bambini che non dovessero sottoporsi al test.

Infatti, sostiene il consigliere provinciale: "È stata valutata da più parti come passibile di arbitrarietà l’esclusione dalle lezioni per chi non si sottoporrà al test. La discriminazione fra bambini e l'eventuale esclusione fisica dalla scuola con obbligo di seguire le lezioni da soli a distanza avrà una portata gravissima sui più piccoli", conclude Urzì.

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