Torna alla ribalta la questione Decreto sicurezza, ormai convertito in legge, contro il quale il sindaco di Palermo Leoluca Orlando continua ad opporsi.
Il primo cittadino, già da tempo in forte contrasto col vicepremier Matteo Salvini e le sue politiche sull’immigrazione, ha deciso di schierarsi apertamente contro quanto determinato dal Parlamento per difendere i princìpi di accoglienza su cui ha voluto fondare il suo mandato. Da ciò la richiesta ai suoi uffici di non applicare tali misure, con particolare riferimento alla negazione della residenza per chi in possesso di permesso di soggiorno.
Come riportato da “LiveSicilia”, Orlando ha inviato una richiesta formale al responsabile della sezione Anagrafe per avere un chiarimento sui “profili giuridici anagrafici” che risulteranno dall’applicazione della legge. Nell’attesa dei risultati, tuttavia, ha disposto la sospensione, “per gli stranieri eventualmente coinvolti dalla controversa applicazione della legge, di qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona. Con particolare, ma non esclusivo, riferimento alle procedure di iscrizione della residenza anagrafica”.
Su numerosi aspetti del Decreto la figura istituzionale del sindaco non ha voce in capitolo, ecco perché Orlando, per mettere in piedi la sua “disobbedienza”, sta cercando di sondare il terreno più prossimo alle sue funzioni, come le competenze, appunto, in materia di anagrafe da parte degli enti locali.
Secondo la legge nazionale, infatti, il permesso di soggiorno diventa unicamente un documento di identificazione, ma non il lasciapassare verso l’iscrizione all’anagrafe o la residenza. Dunque senza residenza niente più carte di identità. Mentre gli altri servizi (iscrizione al Servizio sanitario nazionale o ai centri per l’impiego) saranno a disposizione solo nel luogo di domicilio, dunque un centro di accoglienza straordinaria (Cas) o un centro permanente per il rimpatrio (Cpr).
Orlando, dunque, continua il duello a distanza con Salvini, incurante di quelle che saranno le conseguenze. “Palermo è da sempre luogo di solidarietà e impegno in favore dei diritti umani. In coerenza con posizioni assunte e atti deliberativi adottati da parte di questa amministrazione che considera prioritario il riconoscimento dei diritti umani per tutti coloro che comunque risiedono nella nostra città. La nuova legge continua a suscitare riflessioni, polemiche e allarmi diffusi anche a livello internazionale per il rischio di violazione dei diritti umani in caso di errata applicazione, con grave pericolo di violazione anche della legge umanitaria internazionale”.
La replica del ministro dell’Interno non
si è fatta attendere, ed è arrivata sulla sua pagina Facebook: “Con tutti i problemi che ci sono a Palermo, il sindaco sinistro pensa a fare ‘disobbedienza’ sugli immigrati”.
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