Parole, allusioni, gesti. Attenzioni affettuose per le sue "orsacchiotte", soprannome che un professore in servizio a Lecce avrebbe utilizzato per rivolgersi alle studentesse. Semplici atteggiamenti confidenziali o forse altro, chissà. Le testimonianze messe nero su bianco da due alunne 16enni sono arrivate tra le mani della dirigente scolastica dell'istituto superiore salentino, la quale ha denunciato il docente. Sulla base di quell'esposto presentato, ora l'uomo si ritrova sotto inchiesta con le accuse di atti osceni e molestie.
La vicenda ha contorni ancora tutti da definire, attività alla quale si sta dedicando la procura. Secondo quanto si apprende, gli episodi contestati al professore sarebbero avvenuti nella prima parte dell'anno scolastico 2021-2022, per la precisione tra ottobre e dicembre. Stando alla versione offerta dalle alunne, il docente si sarebbe lasciato andare ad atteggiamenti ambigui nei confronti delle ragazze durante le ore di lezione. Avrebbe rivolto loro anche battute allusive e maliziose davanti al resto della classe. Atteggiamenti che, secondo le accuse, si sarebbero ripetuti più volte.
Le voci sulle presunte licenziosità del professore erano arrivate sino alla preside, la quale senza troppi indugi si era recata in procura per sporgere una denuncia. Ora, però, gli inquirenti dovranno cercare gli effettivi riscontri alle dichiarazioni delle studentesse. Una delle allieve è stata già sentita nel corso dell'incidente probatorio davanti alla giudice per le indagini preliminari, Laura Liguori, alla presenza della pm e di una psicologa che dovrà stilare una relazione finale sull'attendibilità delle testimonianze. Secondo quanto riporta l'Ansa, tuttavia, la ragazza ascoltata - pur confermando quanto riferito alla dirigente - avrebbe detto di non essersi sentita né umiliata né molestata dagli atteggiamenti del professore. L'incidente probatorio proseguirà il 20 giugno, quando sarà sentita un'altra studentessa.
Intanto il docente finito sotto indagine si dichiara sereno e certo di poter dimostrare la propria estraneità alle accuse ricevute. L'insegnante, scrive Repubblica, ha piuttosto definito l'accaduto come una ripicca della dirigente nei suoi riguardi per presunti contrasti che andavano avanti da tempo. Fabio Zecca, avvocato del professore, ha chiesto che il proprio assistito venga trasferito in un'altra classe, ma ancora non è chiaro se ciò accadrà o meno.
Secondo quanto si apprende, al momento il prof continua regolarmente a insegnare.Le parole affettuose, i soprannomi e le attenzioni - ha sostenuto il docente - avrebbero rappresentato un modo più confidenziale di insegnare. Un approccio, a suo giudizio, completamente frainteso.
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