Rifiutare l'identificazione e la fotosegnalazione, sperare di cavarsela con una denuncia a piede libero per inosservanza ai provvedimenti dell'autorità. Sarebbe questa la strategia messa in atto dai profughi siriani che si trovano a transitare per il nostro Paese.
L'obiettivo è quello di ottenere lo status di rifugiato oltre le Alpi, magari nei Paesi dove già sono le famiglie fuggite dalla guerra negli scorsi mesi. Una situazione ben nota anche alle autorità italiane: come spiegano al Gazzettino i vertici padovani di questura e prefettura, dei cinquanta siriani transitati per la provincia euganea, solo 14 si sono fermati per passare la notte nell'ostello messo a loro disposizione a Monselice. Gli altri hanno preferito proseguire verso il Nord Europa. E, su 50, in 48 hanno rifiutato la fotosegnalazione (alla denuncia segue un fermo di massimo 12 ore).
Tuttavia, riferisce il Mattino di Padova, anche i quattordici che hanno trascorso la notte a Monselice sono usciti in mattinata e non sono rientrati per il pranzo.
"Si tratta di gente della media borghesia siriana, molti hanno titoli di studio e lavoravano come farmacisti o avvocati. Il loro rifiuto a farsi fotosegnalare è 'strategico': sanno che si deve chiedere asilo politico nel Paese in cui si viene identificati. E come palestinesi ed eritrei vogliono la Svezia, dove spesso hanno già parenti e conoscenti".
Sul caso dei siriani "spariti" è intervenuto anche il sindaco di Padova Massimo Bitonci, da tempo protagonista di una lotta senza quartiere all'immigrazione clandestina: "Questa è la prova che avevo ragione a dire che non possiamo permettere che la nostra lotta
al degrado venga messa in discussione dall’arrivo di nuovi profughi - ha dichiarato il primo cittadino - Siamo stufi di un’invasione incontrollata. Sono decine gli extracomunitari che arrivano ogni giorno in città".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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