Una relazione durata sette anni e finita in modo non proprio amichevole. Potrebbe sembrare una storia come tante, ma non è così. Infatti, il giudice Claudio Marassi aveva provato a spingere i conuigi ad un accordo nel tentativo di evitare un lungo processo. Ma non c'è stato nulla da fare.
Alessandro Carmignotto, 44enne barista di Cadoneghe, gestore di numerosi locali in città, deve ora difendersi dall’accusa di stalking nei confronti dell'ex compagna, una commessa 33enne. Dopo la separazione della coppia, sono arrivate le minacce, le chiamate ossessive ed i pedinamenti.
Un rapporto strano fondato a lungo su un contratto di schiavitù. "Mi scriveva spesso biglietti - ha raccontato la donna - ma in realtà i suoi erano comandi. Voleva trovarmi nuda, in autoreggenti o con i tacchi quando rientrava a casa. A volte voleva che lo aspettassi in ginocchio. E se non eseguivo gli ordini mi aspettavano gli aghi o le frustate: dieci sul seno, venti sul sedere, cinquanta nelle parti intime".
La commessa ha spiegato al giudice le ragioni che l’avrebbero spinta a dire basta dopo aver accettato per sette lunghi anni la condizione di subalternità al compagno: "Con il passare del tempo non ero più d’accordo.
Dovevo stare legata, sospesa in aria, avevo il sangue alla testa. Non c’erano più le condizioni di sicurezza". E continua: "Non riuscivo più nemmeno a gestire nostro figlio. Ho dovuto aprire le porte ad altre donne che si lasciassero picchiare più duramente di me".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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