"È stata la prima estate senza Domenico". Il padre di Domenico Maurantonio parla e si sfoga. Dopo tre lunghi mesi dalla morte del figlio, in un'intervista al Giorno il padre del ragazzo morto dopo essere precipitato dalla finestra di un albergo di Milano denuncia quel silenzio dei compagni e della scuola su quanto accaduto in quella notte di maggio. "Nulla e da nessun punto di vista. Non dal punto di vista del dolore che non passerà mai, perché sopravvivere a un figlio è una condanna feroce. E non dal punto di vista delle indagini. La prima estate senza Domenico è stata un tempo sospeso tra l’attesa e lo strazio. I mesi di ferie sono così, è normale che l’attività di indagine rallenti, ma sappiamo che non siamo stati dimenticati. Noi siamo qui, aspettiamo, fiduciosi, ci hanno fatto delle promesse". Poi l'accusa: "Io e mia moglie siamo sempre rimasti a Padova, con i parenti, con la famiglia. Non abbiamo sentito più nessuno della scuola. Solo qualche amico di nostro figlio, qualcuno che non era in gita, amico di infanzia. Preferisco non parlare dei suoi compagni di classe, diventa un discorso troppo delicato". Intanto tra qualche settimana partiranno nuove perizie.
L’interrogativo di fondo al quale gli inquirenti stanno tentando in ogni modo di trovare una risposta è: quando è precipitato dalla finestra, lo studente era solo oppure no? Risolvere questo dubbio farebbe compiere all’indagine un deciso passo avanti verso la verità.
"L’ipotesi più probabile è che Domenico fosse con altre persone quando è caduto di sotto", si sbilancia l’avvocato Stefani. Che sottolinea: "Persone. Non necessariamente compagni di scuola". Dunque per la prima volta si parla di "altre persone". Un indizio fondamentale per le indagini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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