Un dato colpisce ogni volta che Silvio Berlusconi ha qualche problema di salute: il magnetismo che esercita sugli italiani, su amici e avversari. Ieri, alla notizia del suo ricovero all'ospedale San Raffaele di Milano, tutti si sono stretti attorno a lui, non solo la famiglia o gli amici. Tutti gli hanno espresso solidarietà, hanno voluto dire che gli sono vicini. Un coro di «forza Silvio» si è diffuso nel Paese, superando gli steccati politici e dimenticando i colori delle maglie, politiche e non. Un coro che è andato anche oltre i nostri confini, visto che la notizia del suo malanno ha capeggiato tra le prime notizie dei siti non solo dei giornali italiani, ma anche dei principali quotidiani stranieri.
Il motivo è semplice: Berlusconi interpreta al meglio ancora oggi - e forse più che in passato - lo spirito profondo degli italiani. La generosità, la moderazione, la voglia di rischiare. Magari pure qualche vizio, ma in un mare di qualità. La stragrande maggioranza si riconosce in lui, anche se la pensa in maniera diversa, anche se non lo vota più o non lo ha mai votato, perché rappresenta un pezzo di storia importante di cui nessuno, neanche chi lo ha combattuto, può fare a meno. Ne raffigura il punto di equilibrio, il baricentro, la coscienza.
Poi c'è chi dirà che non è così. Chi addirittura si scandalizzerà. Ma poi riscontri proprio in questi momenti, al di là della gravità della malattia, quanto il rapporto tra lui e il Paese sia stretto. Per alcuni versi indissolubile.
E non potrebbe essere altrimenti, perché sono trent'anni che ci definiamo, o ci definiscono, berlusconiani o anti-berlusconiani. Sono trent'anni che la sua figura ci accompagna. Per cui in un modo o nell'altro abbiamo stretto un legame duraturo nel tempo con il personaggio Berlusconi. Ormai è uno di casa. È la ragione per cui qualunque notizia, vicenda, storia che lo riguardi attrae l'attenzione dell'opinione pubblica. E non si tratta solo di curiosità morbosa, ma anche e soprattutto - potrà sembrare strano di affetto. È il paradosso di un personaggio che è sempre stato accusato di dividere il Paese, ma che nella realtà - sia da imprenditore, sia da politico ha sempre tentato di unirlo. E anche se le leggi della politica, magari anche del tifo, non possono o non vogliono riconoscerlo, l'Italia profonda, quella che non si ciba dei luoghi comuni di una certa intellighentia incline all'ideologia o del politically correct, lo sente e ne è attratta. Ed è quell'Italia che tifa sempre e comunque per il Cav. Che ne perdona le debolezze e che ne esalta sempre le ragioni e i punti di forza.
Che ha assistito ai suoi trionfi e ai suoi calvari. Un'Italia che si riconosce in lui, che vede in lui la storia di un italiano di successo. Un'Italia che gli è stata e gli sarà sempre accanto anche nei momenti difficili. Forza Presidente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.