Palazzina crollata, sott'accusa cingalesi: in casa bombole di gas

Dopo il crollo della palazzina ad Acilia, gli inquirenti indagano sulle possibili cause. I vicini di casa della famiglia Catinari ora potrebbero finire nel registro degli indagati per le bombole di gas che avevano nell'appartamento

Palazzina crollata, sott'accusa cingalesi: in casa bombole di gas

Mercoledì 28 dicembre è esplosa una palazzina ad Acilia (Roma), ora i tre cingalesi vicini di casa della famiglia Catinari rischiano l'accusa di pluriomicidio colposo.

Il cerchio sulle responsabilità di chi ha provocato il crollo della palazzina di via Giacomo della Marca si sta stringendo. I tre vicini di casa originari dello Sri-Lanka della famiglia Catinari ora rischiano grosso. Ma vediamo bene i fatti. Mercoledì è esplosa un'intera palazzina e, dopo sette ore di ricerche, tra le macerie sono stati ritrovati i corpi senza vita di Debora Catinari e della figlia Aurora.

La famiglia Catinari era proprietaria dell'intero palazzo e in uno degli appartamenti vivevano anche i tre cingalesi che, non avendo pagato a più riprese né l'affitto né le bollette di luce e gas, la società aveva deciso di sospendergli la forntiura. Gli affittuari, quindi, si sarebbero muniti di bombole di gas per riscaldarsi e per cucinare. Fin qui, più o meno, è tutto normale. Ma un particolare ha catalizzato l'attenzione della Procura.

I cingalesi, infatti, pochi giorni prima dell'esplosione avrebbero litigato con i proprietari di casa, appunto la famiglia Catinari. La discussione sarebbe stato parecchio animata e i proprietari dell'appartamento avrebbero minacciato di segnalare ai vigili urbani la presenza pericola delle bombole di gas. I fusti erano conservati sia dentro l'abitazione che sul balcone a contatto con fonti di calore. Quindi non propriamente a norma.

Per questi motivi, i tre cingalesi adesso sono chiamati a rispondere dei reati contestati e il loro nome potrebbe già comparire nelle prossime ore nel registo degli indagati. Come scrive ilMessaggero, la convivenza tra le due famiglie era piuttosto difficile. Soltanto pochi giorni fa, tra le altre cose, una vicina aveva notato che il gruppo di stranieri rientrava a casa con una grossa bombola da cucina. La palazzina, scrive il quotidiano romano, potrebbe essere esplosa proprio a causa di una fuga di gas proveniente da quella bombola. Ieri in tarda mattinata, i carabinieri hanno sequestrato quel fusto rinvenuto ancora carico di gpl e consegnato ai tecnici per le analisi.

L'indagine degli inquirenti, inoltre, si sta concentrando su tre elementi: un tubo del gas considerato non a norma, un allaccio abusivo e le bombole di ossigeno trovate nel sottostante studio dentistico che potrebbe aver fatto da detonatore in un secondo momento. Sarebbero, infatti, almeno due le esplosioni che hanno portato al crollo della palazzina.

La prima probabilmene partita dall'appartamento dei cingalesi e la seconda quando il gpl è entrato in contato con le attrzzature dello studio dentistico.

Nonostante questa plausibile ricostruzione, i cingalesi si difendono e spiegano che le loro bombole erano a norma. Anzi, parlano soltanto di un fusto.

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