Palermo, giustizia a rilento intasata dai reati minori

Si possono discutere in un giorno fino a 70 processi dieci dei quali potrebbero risolversi velocemente. E si può rischiare il carcere per il furto di frutta

Palermo, giustizia a rilento intasata dai reati minori

Si può rischiare di andare in galera rubando carciofi, meloni, hula hoop? O non revisionando uno strumento radiografico? O dando un calcio allo specchietto retrovisore di un auto con l'ipotesi di danneggiamento e di una lunga pena? Il tribunale di Palermo scoppia letteralmente di reati bagatellari come racconta sull'edizione locale di Repubblica Romina Marceca, in un articolo che fa i conti con la realtà di una giustizia lenta e intasata da fatti processuali "poco rilevanti" come recita l'articolo 131 bis del codice penale che dovrebbe essere utilizzato di più per sbloccare con velocità queste vicende.

Purtroppo però non accade spesso sì che durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario, il presidente della Corte d'Appello del capoluogo di regione siciliano, Matteo Frasca ha scritto: "Anche quest'anno l'istituto previsto dall'articolo 131 bis del codice penale ha continuato a far rilevare un margine d'applicazione poco rilevante". Marceca, nel suo articolo su Repubblica, cita numeri inequivocabili: venticinque richieste di archiviazione ad Agricento, 129 a Palermo, 12 a Sciacca, 24 a Trapani. Poche, troppo poche se poi, nella stessa Palermo, davanti a un giudice si discutono anche 70 processi e almeno dieci sono per fatti che potrebbero essere risolti in sede d'indagine o finire in un giudizio civile. Emblematica la vicenda di un pescatore, che aveva catturato quattro saraghi ai limiti di una riserva naturale in provincia di Trapani.

Il difensore ha dovuto far ricorso in Cassazione per tornare in Appello e ottenere l'assoluzione. Un'odissea lunga quattro anni. Uno per ogni sarago. E l'"occhio" della Cassazione accortasi che l'articolo 131 bis del codice penale non era stato applicato.

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