Record di multe in un mese registrato nella città di Palermo. Nell’arco di trenta giorni i carabinieri del comando provinciale hanno intensificato l’attività di controllo per la circolazione stradale, sia nell'area urbana ed extraurbana con evidenti risultati.
Quasi duecento le violazioni contestate: ottanta per mancato uso del casco con fermo amministrativo del mezzo per 60 giorni (la stessa sanzione è applicata a chi non mantenga il casco allacciato o ne usi uno non omologato); settantotto per mancata copertura assicurativa e centodiciannove i mezzi sequestrati; nove per maggiorenni che portavano a bordo un minore senza casco; undici violazioni per possessori di biciclette elettriche modificate in modo da procedere senza bisogno di pedalare. Questa modifica prevede il sequestro del mezzo, perché senza assicurazione.
Inoltre, sono state inoltrate alla magistratura del tribunale del capoluogo di regione siciliano diciannove denunce per guida in stato di ebbrezza alcolica, con relativo ritiro della patente di guida.
Si tratta di condotte gravemente imprudenti, ma purtroppo ancora troppo diffuse nel palermitano. Esse espongono la collettività a un rischio costante e irragionevole di incidenti anche gravi.
I carabinieri quest’anno affiancheranno di nuovo la necessaria attività repressiva con incontri presso le scuole, nell’ambito dei progetti sulla legalità, per sensibilizzare i giovani a condotte più virtuose sulla strada, spiegando loro gli effetti tragici di quelle imprudenze frutto di poca riflessione, se non addirittura di gioco.
I controlli sono stati messi in atto allo scopo di dare un segnale più forte nella prevenzione degli incidenti stradali, che fanno registrare ancora un alto numero di feriti (e non solo) sulle arterie di comunicazione viaria.
I posti di blocco disposti dai militari dell’arma nelle strade di Palermo e in provincia sono orientati soprattutto a reprimere condotte poco responsabili e imprudenti nella guida da parte dei più giovani utenti della strada.
Si tratta di condotte segnate da una grave mancanza di prudenza e, purtroppo, sono ancora troppo diffuse. Esse espongono, come detto, la collettività al pericolo di affrontare la strada col costante rischio di incorrere in situazioni pericolose per la propria incolumità.
I carabinieri sperano così, affiancando l’attività di prevenzione e repressione dei reati su strada alla didattica negli istituti scolastici, sfruttando i già citati progetti sulla legalità e spingendo i giovani a condotte più virtuose sulla strada, di ottenere una inversione di tendenza rispetto agli effetti tragici di quelle imprudenze frutto molte volte di banali e tragiche scommesse che mettono a repentaglio la vita.
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