Ancora sotto choc la borgata di Sferracavallo (Palermo), dopo l’omicidio di Cosimo D’Aleo, 42enne ucciso a colpi di arma da fuoco nella serata di ieri.
L’assassino è un vicino di casa, Pietro Billitteri, uomo di 59 anni incensurato che, al culmine di una accesa discussione, avrebbe fatto fuoco contro il suo rivale davanti agli occhi increduli ed allo stesso tempo pieni di terrore dei suoi familiari. Familiari che chiedono ora a gran voce giustizia.
Stamani sul balcone dell’abitazione della vittima è stato affisso un lenzuolo bianco con una scritta decisamente esplicita, vergata in rosso: “Mostro hai ucciso mio marito senza pietà”. Accanto a queste poche parole una foto della vittima.
Stando ai racconti dei vicini si sarebbe trattato di una tragedia annunciata, dato che tra i coinvolti non correva assolutamente buon sangue, anzi. Erano spesso molto accesi i litigi, anche per futili motivi, frequenti anche per il fatto che i due abitavano nella stessa palazzina, uno al pianterreno e l’altro al primo piano.
L’ultimo incidente ieri sera a causa del fumo di un barbecue acceso da D’Aleo, che aveva invaso l’appartamento del vicino. Quest’ultimo è dunque corso a chiedere conto della situazione al rivale, ma stavolta la situazione non si è risolta semplicemente a parole. Billitteri è infatti rientrato in casa e, con una pistola in pugno, avrebbe raggiunto nuovamente il vicino per far fuoco contro di lui. Dopo aver sparato, l’omicida avrebbe tentato la fuga sulla sua auto, una Ford Fiesta ritrovata abbandonata a pochi chilometri dal luogo del delitto dagli agenti della mobile di Palermo. Questi ultimi lo hanno intercettato successivamente, a notte fonda, all’interno di un magazzino del quartiere Marinella.
“Aveva reso la mia vita un inferno. Ero stanco delle continue offese e provocazioni che ero costretto a subire”, avrebbe detto Belletteri agli inquirenti al momento dell’interrogatorio sostenuto col Pm Gianluca De Leo, come riportato da “Il Messaggero”.
Ed in effetti questa versione dei fatti trova conferma dai racconti di alcuni conoscenti dei due, che hanno fatto riferimento alle continue liti tra di loro, spesso e volentieri alimentate da D’Aleo, uomo con alle spalle reati di rapina, aggressioni e violenze familiari. “Ci insultava e ci derideva ogni volta che passavamo io e mia moglie. Era una continua minaccia.”, ha proseguito l’omicida nel suo interrogatorio. “Ieri stavo andando al lavoro per il mio turno serale. Ho dimenticato il badge e sono tornato a casa a prenderlo. Mi ha bucato la maglietta con il forchettone che stava utilizzando per arrostire la carne sul barbecue. Allora sono andato in casa ho preso la pistola e sono ritornato in strada”.
Stando al racconto fornito da Belletteri, neppure dinanzi alla minaccia di una pistola puntata contro di lui D’Aleo avrebbe smesso d’insultarlo.
“Tanto non hai le palle di sparare”, avrebbe gridato la vittima, poi raggiunta dai due colpi di pistola esplosi dal rivale con una calibro 38, risultata, tra l’altro, detenuta illegalmente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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