Panico e feriti in metrò a Roma E l'assessore sgrida i passeggeri

Due convogli si tamponano: 21 in ospedale. Per Improta ci sono sempre i «malori dopo». E accusa i conducenti: «Errore umano»

Non c'è giorno che la capitale non faccia parlare di sé. O finisce in prima pagina per la collusione mafia-politica che domina da sempre il sistema degli appalti, o per gli accampamenti rom, ricettacolo di criminali orgogliosi di cavarsela con poco anche quando uccidono, o attira l'attenzione per la rete di trasporti pubblici, che rischia di naufragare in vista di grandi eventi, a cominciare dal Giubileo.

Ieri mattina due convogli della metro B che, procedevano nella stessa direzione andando da Magliana verso Laurentina, si sono tamponati all'altezza della fermata Eur Palasport.

L'incidente è avvenuto poco dopo le 10.30 e tra i passeggeri si è scatenato il panico. Un urto violento, poi le grida, le lacrime e la gente che cercava di guadagnare l'uscita all'interno degli stessi vagoni, senza nemmeno rendersi conto che le porte erano ancora chiuse. «È stata una scena da incubo, come quelle che pensi accadano solo nei film - dice Francesco, uno dei passeggeri coinvolti -. Poteva essere una strage. Non si può rischiare la vita così solo per andare al lavoro». Sul posto sono arrivate immediatamente 14 ambulanze e tre automediche di coordinamento, che hanno trasportato i ventuno feriti dividendoli tra San Giovanni, Sant'Eugenio, San Camillo, Fatebenefratelli, Policlinico Casilino, Tor Vergata e Aurelia Hospital. Ma la maggior parte di loro in accettazione è entrata con codice giallo o verde, per ferite lievi o contusioni. Solo un paziente ha riportato la frattura della clavicola e un altro quella del bacino.

«Siamo arrabbiati, i mezzi pubblici sono indecenti», sbotta la moglie di Marco C., tra i feriti, accompagnata dal suocero a recuperare gli oggetti personali del marito all'interno del convoglio incidentato. «È incredibile che in Italia ogni giorno ce ne sia una - interviene l'uomo -. Non è possibile. Mio figlio stava andando a lavoro ora si ritrova la spalla rotta per colpa di altri. Ha raccontato di essersi accorto che i treni si stavano avvicinando troppo, ma quando ha sentito il boato era ormai troppo tardi. In tanti sono caduti a terra. Il problema è che in Italia nessuno paga o va a casa».

I treni sono stati messi in sicurezza dai vigili e la stazione è stata chiusa e posta sotto sequestro per disposizione della Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo di indagine. In mattinata il magistrato di turno, Pierluigi Cipolla, ha raggiunto la stazione Eur-Palasport, per effettuare i sopralluoghi, ma bisognerà attendere la relazione dei vigili del fuoco per ricostruire la dinamica dei fatti e accertare le cause dello scontro. Sembrerebbe, dai primi accertamenti, che un treno vecchio abbia tamponato uno di nuova generazione, senza tener conto delle indicazioni presenti in galleria.

L'Atac, da parte sua, ha istituito una commissione d'inchiesta, predisponendo bus sostitutivi nel tratto da Eur Palasport a Laurentina. E mentre tutti collaboravano, l'unica nota stonata è arrivata dall'assessore ai Trasporti di Roma Guido Improta, che invece di fare mea culpa ha puntato il dito contro gli stessi passeggeri. «L'impatto è avvenuto a una velocità massima di 30 km orari - ha commentato -. Siamo quindi di fronte probabilmente a un errore umano.

Per quanto riguarda il numero dei feriti purtroppo in situazioni come questa ci sono sempre dei “feriti tattici”, persone che si sentono male dopo». Ma forse l'unico «errore umano» è il suo, a prendersela con i romani, tanto che il consigliere Fabrizio Sartori ne chiede le dimissioni, mentre il Codacons invita tutti a chiedere i danni.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica