Il Papa benedice i social network: "Non sono mondo parallelo"

Benedetto XVI apre ai social network. Il Vaticano lancia un'app per iPhone e iPad. Ma niente Facebook per il Santo Padre

Il Papa benedice i social network: "Non sono mondo parallelo"

Non è passato molto tempo dall'ingresso di Benedetto XVI nel mondo di Twitter. Oggi l’account Pontifex ha oltre due milioni e mezzo di follower. Il Papa promuove i "social network" dedicando in modo esplicito al tema l’annuale messaggio per la giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che la Chiesa celebra il prossimo 12 maggio. Il Pontefice non nega che nei social network si nascondano dei rischi (come del resto in tutte le attività umane) ma il giudizio complessivamente è incoraggiante. "La sua è una valutazione positiva ma non ingenua", spiega monsignor Claudio Maria Celli, presidente del pontificia consiglio delle Comunicazioni sociali.

"Vorrei soffermarmi - scrive il Papa - a considerare lo sviluppo delle reti sociali digitali che stanno contribuendo a far emergere una nuova agorà, una piazza pubblica e aperta in cui le persone condividono idee, informazioni, opinioni, e dove, inoltre, possono prendere vita nuove relazioni e forme di comunità. Questi spazi, quando sono valorizzati bene e con equilibrio, contribuiscono a favorire forme di dialogo e di dibattito che, se realizzate con rispetto, attenzione per la privacy, responsabilità e dedizione alla verità, possono rafforzare i legami di unità tra le persone e promuovere efficacemente l'armonia della famiglia umana".

Ovviamente il Papa nel suo messaggio non dimentica di associare gli strumenti moderni di comunicazione all'evangelizzazione: "I credenti avvertono sempre più che se la Buona Notizia non è fatta conoscere anche nell'ambiente digitale, potrebbe essere assente nell'esperienza di molti per i quali questo spazio esistenziale è importante. L'ambiente digitale non è un mondo parallelo o puramente virtuale, ma è parte della realtà quotidiana di molte persone, specialmente dei più giovani".

"Lo scambio di informazioni può diventare vera comunicazione - puntualizza Ratzinger - i collegamenti possono maturare in amicizia, le connessioni agevolare la comunione. Se i network sono chiamati a mettere in atto questa grande potenzialità, le persone che vi partecipano devono sforzarsi di essere autentiche, perché in questi spazi non si condividono solamente idee e informazioni, ma in ultima istanza si comunica se stessi". Le reti sociali, aggiunge il Papa, "sono dunque alimentate da aspirazioni radicate nel cuore delluomo".

"Spesso - puntualizza Benedetto XVI toccando il tema dei rischi dei social network - come avviene anche per altri mezzi di comunicazione sociale, il significato e l'efficacia delle differenti forme di espressione sembrano determinati più dalla loro popolarità che dalla loro intrinseca importanza e validità. La popolarità è poi frequentemente connessa alla celebrità o a strategie persuasive piuttosto che alla logica dell'argomentazione. A volte, la voce discreta della ragione può essere sovrastata dal rumore delle eccessive informazioni, e non riesce a destare l'attenzione, che invece viene riservata a quanti si esprimono in maniera più suadente". Ma "è naturale che chi ha la fede desideri, con rispetto e sensibilità, condividerla con coloro che incontra nell'ambiente digitale". E "anche nell'ambiente digitale, dove è facile che si levino voci dai toni troppo accesi e conflittuali, e dove a volte il sensazionalismo rischia di prevalere, siamo chiamati a un attento discernimento".

Presentando il messaggio del Papa, monsignor Celli ha riportato alcuni dati statistici relativi alla Chiesa e il suo rapporto con internet. In particolare, in base ad una rilevazione condotta dalla Georgetown University di Washington nel 2012 per la Conferenza episcopale Usa, ha registrato che il 53% degli intervistati non è consapevole di una presenza significativa della Chiesa cattolica online: "Ci sono state anche critiche, che hanno persino voluto ridicolizzare la presenza del Papa su Twitter. Io dico che rimane fondamentale il fatto che il Pontefice abbia accettato di essere presente. È un fatto tremendamente positivo".

Oltre all’account Twitter, il Vaticano ha anche lanciato una "app" papale per iPhone e iPad. Si chiama "The Pope" ed è gratuita.

Permette di seguire in diretta i discorsi e le omelie del Papa, di vedere in tempo reale cosa accade Oltretevere grazie ad una serie di webcam, di ricevere le notifiche delle attività del Papa, integrando al suo interno i vari organi di informazione vaticana come la Radio Vaticana e il portale news.va. Il Papa, ha detto mons. Celli, non andrà invece su Facebook.

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